Tratto dal romanzo Nothing was all he said scritto dallo stesso regista Nic Balthazar, successivamente adattato per il teatro e per il cinema, Ben X è la storia di un ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger e vittima di bullismo: un film a basso budget, premiato dalla giuria ecumenica al Montréal World Film Festival e interpretato con grande talento da Greg Timmermans, al suo debutto sullo schermo.
Incapace di avere un'interazione normale, segnato da comportamenti ritualizzati, Ben lotta ogni giorno come l'avatar (Ben X) del suo videogioco preferito (Archlord) per sentirsi normale tentando di sopravvivere e decodificare il mondo reale.
Il film gioca su tre registri narrativi diversi in un mix tra mondo reale e mondo virtuale-cyberspazio. La visione soggettiva di Ben è il mondo dei videogiochi attraverso il quale leggiamo le sue emozioni. Le inquadrature da macrofotografia ci rendono palpabili le sue difficoltà a cogliere la realtà come un insieme: "Vede tutte le foglie, ma non l'albero", dice uno psicologo alla madre per cercare di spiegare le difficoltà del figlio.
La visione oggettiva della macchina da presa non nega alcun particolare delle aggressioni subite da Ben e infine il commento affidato alle varie interviste (la madre, il padre, gli insegnanti) tenta di spiegare il comportamento di Ben e la difficoltà ad aiutarlo.
Il risultato è un'opera originale, che, ricordando vagamente Donnie Darko, forse perde un po' nel finale, con un escamotage troppo forzato, ma ha il merito di riuscire a sensibilizzare il grande pubblico sull'autismo, la solitudine e l'isolamento sociale, mantenendo alta la tensione. Come dice la ragazza di cui è innamorato (conosciuta nel mondo virtuale), Scarlet: "Devi imparare a sentire per sentirti bene".