Torna dopo 5 anni in sala Beket di Davide Manuli, dopo un breve passaggio circa un anno dopo la sua presentazione al Festival di Locarno. Lo fa grazie a Distribuzione Indipendente, che trova film “invisibili” nuovi e passati per portarli su grande schermo. E questa bizzarra e potente avventura che rimodella Beckett proprio come suggerisce il titolo doveva trovare ancora spazio. Non potrete non farvi ipnotizzare da Freak e Jajà (Luciano Curreli e Jerome Duranteau): aspettano un Godot che passa e non si ferma in un deserto sardo che è un luogo dell'anima e dell'arte, in cui tanti talenti trovano il loro spazio: gli agenti zero sei e zero otto – Fabrizio Gifuni e Paolo Rossi – così come Mariachi e Oracolo, riuniti nell'istrionismo del grande Roberto Freak Antoni. Uscirete dalla sala sorridendo, magari ripetendo quello strano e pazzo mantra “ho trovato il giusto tono, sono buono sono buono” che torna periodicamente nel film. E sentirete quella poetica e quell'estetica così diverse dal solito trovare una forma. Scoprendo che cuore e istinto lo hanno capito prima di occhi e cervello. Perché a volte ci si può riconoscere in un viaggio inconcludente, picaresco e improbabile più che in un realismo da salotto.