Opera prima, sorprendente, fantasiosa, libera, avventurosa, anche dolorosa, spumeggiante… Hushpuppy è una bambina di sei anni che vive nel bayou con il padre in un villaggio che si chiama Bathtub dove si vive di gamberi e granchi tra petroliere e raffinerie (il bayou è uno di quegli stagni paludosi che stanno giù al Sud, nel delta del Mississippi). La madre non c'è, se n'è andata chissà dove. Un giorno la natura si arrabbia, il caldo aumenta, persino i ghiacciai crollano in mare (i ghiacciai sono ben lontani dalla Louisiana, ma chi li vede vicinissimi è la bambina che racconta e commenta quello che succede), tutto viene sepolto dall'acqua, il padre sta male, compaiono degli animalacci grandi e grossi, similpreistorici o similapocalittici, tipo maialmammuth, con corna e zanne. Così Hushpuppy decide che è ora di partire. Il regista Benh Zeitlin ne ha fin che si vuole di fantasia e forza visiva, ha trent'anni, va alla carica con le immagini, vive a New Orleans e nel film si sente scorrere la tragedia dell'uragano Katrina. Il film è pieno di idee, coraggio e invenzioni, ha energia e sentimenti, passa senza fare una piega dal realismo al fantastico, gli attori - la bambina nera dai capelli cespugliosi e il padre gran bevitore - sono presi dalla strada (lei va a scuola, lui fa il panettiere), il mare e il cielo sono quelli che ci vogliono, imbronciati e sporchi, gli altri membri della piccola comunità isolata sono tutti strambi, ubriachi, simpatici, determinati e coraggiosi, soprattutto inaffondabili, vivono di niente e sopravvivono a tutto, compresi uragani, maree nere e maialmammuth. Il film si è già guadagnati premi e premi al Sundance Film Festival. Speriamo sia comprato per l'Italia.