Maverick Director Award al Festival di Roma, il giapponese Miike Takashi porta in dote il suo nuovo film, Kamisama no Iutōri (As the Gods Will), versione live action dell'omonimo manga (2011) illustrato da Fujimura Akeji e scritto da Kaneshiro Muneyuki. Un manga, dunque, un film horror, o meglio con ordito horror e trama da teen survival movie: la drammaturgia è da videogame, l'ironia, il meta cinema e, sì, la filosofia mai questi sconosciuti. In breve, è quel che le saghe di Hunger Games, Maze Runner, Ender's Game e compagnia fantasy minorenne non saranno mai: per il materiale di partenza (il manga) e per la naturalezza, l'estro e la perizia con cui Miike gira. Parafrasando il titolo, gira da Dio.
La storia? La vita del liceale Takahata Shun (Sota Fukushi) e dei compagni viene sconvolta dalla bambola Daruma, che troneggia sulla cattedra dopo aver fatto saltare la testa a un professore: direbbe Highlander, ne rimarrà solo uno. Ed è… Takahata. Ma è solo l'inizio: le ultime due lettere del Daruma daranno vita al prossimo mostro, che se mangiate sushi avete visto più volte… La lotta per la sopravvivenza è iniziata, e pensare che la “colpa” è proprio di Takahata, che si era lamentato con Dio della noia della propria vita. Ebbene, questo gioco è mondiale, altri ragazzi lottano e muoiono ovunque: invasione alinea, reality globale, chi sono questi “Figli di Dio”?
Di certo, meritano applausi: la cifra folle, geniale e ultrapop di Miike c'è tutta, la perizia tecnica – sia nelle scene di massa che nella commistione di CGI e live-action – dà nell'occhio, e il retrogusto pensoso, riflessivo sui “giovani d'oggi” non manca. Che volete di più?