Aspettavamo con una certa attenzione questo film perché Nasrallah è il miglior allievo di Youssef Chahine; perché ha diretto alcuni bei film (Voli d'estate, La porta del sole, Donne del Cairo); perché è un film sulla rivoluzione araba in Egitto. La delusione è notevole.
Si racconta di Mahmud, uno dei “cavalieri di piazza Tahrir” che il 2 febbraio del 2011, manipolati dal regime di Mubarak, caricarono a cavallo e sui cammelli i giovani in rivolta. A Mahmud, nel film, va male: viene preso e pestato dai rivoltosi e lui che lavorava con i turisti intorno alle piramidi si ritrova senza lavoro perché i turisti sono scomparsi. Incontra però Rem, giovane divorziata, laica e rivoluzionaria, che fa la pubblicitaria e vive in un quartiere borghese.
Comincia uno strano rapporto tra i due, solo che il film non sa decidersi su che strada prendere. Deve occuparsi di questa storia (tenere conto che Mahmud è sposato con figli)?, della moglie di M.?, del cavallo di M.?, della rivoluzione?
Il film accavalla tutte queste linee e non ne sviluppa nessuna. Peccato.