All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras ha vinto il Leone d'Oro di Venezia 79.

Terzo film di fila diretto da una regista donna ad aggiudicarsi il massimo riconoscimento della Mostra, dopo Nomadland di Chloé Zaho e La scelta di Anne - L'événement di Audrey Diwan, l'opera della regista statunitense (già premio Oscar per Citizenfour) - che non solo racconta Nan Goldin in quanto fotografa ma che ne fotografa l’attivismo deciso, fiero, nel contrastare la famiglia Sackler e il facile commercio dell’ossicodone - fa registrare altre due curiosità di non poco conto: è il secondo documentario a vincere il Leone d'Oro nella storia del Festival (dopo Sacro GRA di Gianfranco Rosi, 2013) e, in assoluto, il settimo film diretto da una regista donna (le altre quattro sono Agnés Varda, Margarethe Von Trotta, Mira Nair e Sofia Coppola).

Nan Goldin. All The Beauty and the Bloodshed - Credits Nan Goldin
Nan Goldin. All The Beauty and the Bloodshed - Credits Nan Goldin
Nan Goldin. All The Beauty and the Bloodshed - Credits Nan Goldin
Nan Goldin - Credits Nan Goldin

La giuria presieduta da Julianne Moore e composta da Mariano Cohn, Leonardo Di Costanzo, Audrey Diwan, Leila Hatami, Kazuo Ishiguro e Rodrigo Sorogoyen ha poi assegnato il Leone d'Argento - Gran Premio della Giuria a Saint-Omer di Alice Diop, film che ottiene anche il Leone del Futuro Premio Venezia Opera Prima (Luigi De Laurentiis), assegnato dalla giuria presieduta da Michelangelo Frammartino.

SAINT_OMER_-_Actress_Guslagie_Malanda

Bones and All del nostro Luca Guadagnino vince invece il Leone d'Argento per la migliore regia (era da 28 anni che un regista italiano non lo otteneva, quando nel 1994 il compianto Carlo Mazzacurati lo vinse per Il toro, in ex-aequo con Creature del cielo di Peter Jackson e Little Odessa di James Gray): il film di Guadagnino vede anche premiata la protagonista, Taylor Russell, con il Marcello Mastroianni per un giovane attore o giovane attrice emergente. Il regista vince così il suo primo riconoscimento in un Festival internazionale. 

Taylor Russell (left) as Maren and Timothée Chalamet (right) as Lee in BONES AND ALL, directed by Luca Guadagnino, a Metro Goldwyn Mayer Pictures film. Credit: Yannis Drakoulidis / Metro Goldwyn Mayer Pictures © 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc.  All Rights Reserved.
Taylor Russell (left) as Maren and Timothée Chalamet (right) as Lee in BONES AND ALL, directed by Luca Guadagnino, a Metro Goldwyn Mayer Pictures film. Credit: Yannis Drakoulidis / Metro Goldwyn Mayer Pictures © 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc.  All Rights Reserved.
Taylor Russell (left) as Maren and Timothée Chalamet (right) as Lee in BONES AND ALL, directed by Luca Guadagnino, a Metro Goldwyn Mayer Pictures film.
Credit: Yannis Drakoulidis / Metro Goldwyn Mayer Pictures
© 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.
Taylor Russell (left) as Maren and Timothée Chalamet (right) as Lee in BONES AND ALL, directed by Luca Guadagnino, a Metro Goldwyn Mayer Pictures film.
Credit: Yannis Drakoulidis / Metro Goldwyn Mayer Pictures
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Anche The Banshees of Inisherin (Gli spiriti dell'isola) di Martin McDonagh ottiene due riconoscimenti: il premio per la migliore sceneggiatura (firmata dallo stesso regista, che in questo modo bissa il risultato del 2017 con Tre manifesti a Ebbing, Missouri) e la Coppa Volpi maschile per l'interpretazione di Colin Farrell. Resta così a bocca asciutta uno dei superfavoriti della vigilia, Brendan Fraser, protagonista di The Whale, film che rimane fuori dal palmares.

Brendan Gleeson and Colin Farrell in the film THE BANSHEES OF INISHERIN. Photo by Jonathan Hession. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved.

La Coppa Volpi femminile, come da facile pronostico, va invece a Cate Blanchett, protagonista totalizzante di Tár, diretto da Todd Fields. Seconda volta per l'attrice, che bissa quella vinta nel 2007 per Io non sono qui e raggiunge Shirley MacLaine, Isabelle Huppert e Valeria Golino, uniche finora ad aver vinto due volte il riconoscimento. Blanchett supera in questo modo la presidente di giuria, Julianne Moore, che all'attivo ne ha una (2002, Lontano dal paradiso).

Cate Blanchett stars as Lydia Tár in director Todd Field's TÁR, a Focus Features release. Credit: Courtesy of Focus Features

Il Premio Speciale della Giuria va a No Bears di Jafar Panahi, regista iraniano dato per favorito per la vittoria finale, attualmente in carcere nel suo paese, a favore del quale ieri la Mostra ha organizzato un flash-mob per richiederne l'immediata scarcerazione.

Jafar Panahi - Credits JP_Production

Rimane così a bocca asciutta Netflix, con 4 film in gara e nessun riconoscimento (accadde anche nel 2019), stessa cosa vale anche Rai Cinema.

In linea di massima un palmares difficilmente contestabile, forse era lecito aspettarsi un premio anche per Love Life di Kōji Fukada, che invece - nonostante la presenza in giuria del giapponese Kazuo Ishiguro - non ottiene alcun riconoscimento.

Tutto sommato un palmares che in qualche modo avevamo provato a pronosticare già nella giornata di ieri.

Qui invece i nostri voti ai film del Concorso.

Per quanto riguarda la sezione Orizzonti, la giuria presieduta da sabelle Coixet e composta da Laura Bispuri, Antonio Campos, Sofia Djama e Edouard Waintrop ha assegnato il Premio per il miglior film a World War III di Houman Seyedi (Iran), film che vede premiato anche il protagonista Mohsen Tanabandeh come migliore attore.

Il Premio per la migliore regia va a Tizza Covi e Rainer Frimmel per Vera, con la protagonista Vera Gemma che ottiene anche il riconoscimento per la migliore attrice.

Vera
Vera
Vera
Vera

Il Premio Speciale della Giuria Orizzonti va a Bread and Salt di Damian Kocur, mentre il premio per la migliore sceneggiatura va a Fernando Guzzoni per il film Blanquita.

Il miglior cortometraggio della sezione Orizzonti è Snow in September di Lkhagvadulam Purev-Ochir.

Il Premio degli Spettatori - Armani Beauty per il miglior film della sezione Orizzonti Extra va invece a Nezouh di Soudade Kaadan.

Per quanto riguarda Venezia Classici, la giuria presieduta da Giulio Base e composta da 21 studenti - indicati dai docenti - dei corsi di cinema delle università italiane, assegna il Premio per il miglior documentario sul cinema a Fragments of Paradise di KD Davison, mentre il Premio per il miglior film restaurato va a Koroshi no rakuin (Branded to Kill) di Suzuki Seijun (Giappone, 1967).

Infine la sezione Venice Immersive: la giuria presieduta da May Abdalla e composta da David Adler e Blanca Li dopo aver visionato i 30 progetti in concorso, assegna: il premio Migliore Esperienza a The Man Who Couldn't Leave di Singing Chen, il Gran Premio della Giuria a From the Main Square di Pedro Harres e il Premio Speciale della Giuria a Eggscape di German Heller.