“Non è un mestiere facile il nostro. Chi accetta di vivere questa avventura sa bene di abbracciare il precariato. Io l'ho accettato e lo vivo da ben 64 anni”. Parla a nome del cinema italiano Giuliano Montaldo, intervenendo ai Premi David di Donatello 2014 al Quirinale. E, davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, affonda: “Come dimenticare quel signor ministro che definì i registi e gli sceneggiatori e i produttori ‘accattoni'”, ricordando come “Roma è una città ancor più povera se viene “ucciso” il mondo dello spettacolo”. Ma per Napolitano Montaldo ha solo parole di affettuosa stima: “Presidente, Lei è un esempio per tutti noi. Grazie”."Il cinema italiano ha un grande e glorioso passato ma anche un grande presente, come dimostrano l'Oscar a La grande bellezza e il Grand Prix di Cannes a Le meraviglie, e noi lavoreremo perché abbia anche un grande futuro", così il ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini nel suo intervento al Quirinale. Ricordando quanto fatto dal governo con il decreto sull'Art Bonus per migliorare il Tax Credit e incentivare anche le produzioni estere a tornare a girare in Italia, ha annunciato che oggi pomeriggio firmerà "il decreto per l'estensione del Tax Credit ai produttori indipendenti".Assente Quentin Tarantino, invitato a ritirare i David al miglior film straniero vinti nel 1995 con Pulp Fiction e nel 2013 con Django Unchained, i David Speciale 2014 vanno allo scomparso regista Carlo Mazzacurati, salutato alla presenza della moglie Marina e la figlia Emilia da una standing ovation e dalla commozione di Napolitano: “Bellissima figura di uomo di cinema”; il produttore e distributore Andrea Occhipinti; il regista Marco Bellocchio e Sophia Loren (altra standing ovation per lei), “per la splendida interpretazione di Voce umana”, diretto dal figlio Edoardo Ponti e tratto da Cocteau: “Napolitano è un presidente fuoriclasse – dice la Loren – un uomo straordinario, pieno di umanità. Una bellissima persona”.
In attesa della cerimonia di premiazione di questa sera, già conferiti dall'Accademia del Cinema Italiano il premio al miglior documentario di lungometraggio a Stop the Pounding Heart di Roberto Minervini e quello al corto documentario  a 37° 4S di Adriano Valerio, mentre il David Giovani, assegnato da 6.452 studenti delle scuole superiori e dell'università, va a La mafia uccide solo d'estate, esordio di Pif (Pierfrancesco Diliberto): “A luglio inizio a scrivere l'opera seconda, sperando di mantenere il doppio binario di impegno e leggerezza. Non è facile, anzi, sarebbe più semplice fare ‘La ‘Ndrangheta uccide solo d'inverno'…”.
Tra i protagonisti dei David 2014 c'è anche Paolo Virzì, che con Il capitale umano parte in pole-position: 19 candidature, una in più di quelle de La grande bellezza di Paolo Sorrentino. “Comunque vada – dice il regista – questa sera con Paolo festeggeremo insieme”. E, sulla vittoria del M5S nella sua Livorno, Virzì scherza: “Ce lo meritiamo!”. Candidato migliore protagonista per Smetto quando voglio, Edoardo Leo sta per portare sul set (18 giugno) la sua opera terza da regista, Noi e la Giulia, tratto dal romanzo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei, protagonisti “4 sfigati che vogliono aprire un agriturismo, io, Luca Argentero, Stefano Fresi e Claudio Amendola, accanto al camorrista Carlo Buccirosso e Anna Foglietta. Una commedia più ambiziosa dei miei precedenti, almeno per il tema, perché si parla di camorra”. E sulla cinquina dei David, Leo spiega: “Esserci con Fabrizio Bentivoglio, e due che considero maestri quali Carlo Cecchi e Toni Servillo già una vittoria:assisterò emozionato alla loro premiazione”. Viceversa, il regista Sidney Sibilia parla ironicamente di “dispersione del voto” perché nella categoria attori non protagonisti concorrono per il suo Smetto quando voglio Libero De Rienzo, Valerio Aprea e Stefano Fresi. “E' il giorno più bello della mia vita, sto al Quirinale e tra tutti quelli che il presidente Napolitano ha ringraziato ci sono pure io”, dice Aprea, mentre Fresi, che affiancherà Aprea anche in Ogni maledetto Natale di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo (Boris), confessa: “Essere candidato è già un premio, ora tifo per Fabrizio Gifuni”.