Va alla grande la 26esima edizione del Torino Film Festival: gli incassi dei primi tre giorni sono raddoppiati rispetto all'anno scorso, e sono aumentati pure gli accreditati. Nonostante le polemiche, Nanni Moretti ha aperto con classe, in un Teatro Regio strapieno per Oliver Stone e Roman Polanski, accolto con una standing ovation.
L'attesissimo W., il biopic di Stone su George W. Bush, forse è un po' noioso, ma sicuramente spiazzante: il ritratto - non ideologico - di un uomo ridicolo, anche se Bush senior ne esce da grande statista.
Se W. ha diviso la critica, il piatto forte del Festival è stato il duetto tra Moretti e Polanski: il primo serissimo, l'altro pronto a prendere in giro Nanni su tutte le domande politiche. Due ore di dialogo sulla realizzazione dei film, con grande spazio per gli aneddoti di Polanski, che all'uscita è stato assalito dai fan e si è dovuto rifugiare nella cabina del proiezionista. Il regista ha appena finito di girare uno spot per un profumo che non esiste con Natalie Portman, su commissione dell'artista concettuale milanese Francesco Vezzoli. 
Concorso interessante, con Tony Manero cupissimo e Die Welle sorprendente, retrospettiva di Melville affollatissima, la vera innovazione di questa 26esima edizione è rappresentata da Torino Film Lab, un fondo di produzione per i talenti emergenti, promosso dal direttore del Museo del Cinema Alberto Barbera: otto progetti cinematografici selezionati da tutto il mondo, di cui alcuni - stasera la decisione - verranno finanziati. Moltissimi i produttori presenti e interessati ai progetti: tra gli advisory board, oltre ad Alberto Barbera e Steve Della Casa, anche Violeta Brava, selezionatrice del festival di Buenos Aires, e Alesia Weston, che lavora per il Sundance.