"L'unione tra una casa editrice romana e un bellunese che ha scritto e conosciuto Sonego, anch'esso bellunese e amante della capitale, credo sia un buon modo per rappresentare il cinema italiano, il cinema alto della commedia di costume". Così Mirco Melanco che al Lago Film Fest (Revine Lago, 23-31 luglio) - dove il premio alla miglior sceneggiatura originale è proprio dedicato all'illustre conterraneo - parla del suo libro di prossima uscita, L'anticonformismo intellettuale di Rodolfo Sonego (opere 1946-1998), edito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, collana Frames.
Oggi docente di cinematografia documentaria presso il Dams dell'Università di Padova, Melanco si laureò vent'anni fa in scienze politiche con una tesi sull'italiano del secondo dopoguerra visto attraverso i film di Rodolfo Sonego e da allora ha proseguito con un lungo lavoro di ricerca sullo sceneggiatore bellunese, confrontando il suo lavoro con quello di altri sceneggiatori quali Scarpelli, Maccari, Benvenuti, Scola, Pirro, e scoprendone l'anticonformismo: utilizzando i personaggi interpretati in prevalenza da Sordi, ha raccontato l'evoluzione dell'italiano delle strade, i pregi e difetti attraverso l'ironia e la satira. Le analisi attente sulle storie come singoli percorsi, sulle idee (solo dopo lunghissime discussioni si arrivava alla stesura di una scaletta sulla base della quale scrivere la sceneggiatura) trasformarono anche il cinema neorealista di Rossellini e De Sica e quindi dei loro sceneggiatori Amidei e Zavattini.
"L'Italia si corrompe, uscendo dalla seconda guerra mondiale. La furbizia prevale sull'intelligenza e vediamo ora come ci siamo ridotti nel 2010", precisa Melanco, spiegando come Sonego avesse, con i suoi racconti e sceneggiature, penetrato il nostro universo antropologico, permettendoci di riconsiderare le condizioni di un sociale su cui si sono delineati aspetti rilevanti del nostro vivere, con un percorso a ritroso nell'inconscio e nel rimpianto di più generazioni.
Sonego era preciso nel descrivere sia gli aspetti narrativi sia quelli prettamente tecnici legati al linguaggio cinematografico, riuscendo nello stesso tempo a mantenere un'indipendenza assoluta nel raccontare osservando la realtà: da Pian delle Stelle (1946) passando per opere di valore come La spiaggia, Una vita difficile, Il sorpasso, Il diavolo, Il disco volante, La ragazza con la pistola, Lo scopone scientifico, solo per citare alcuni degli oltre 100 film realizzati.
"Sonego muore il 15 ottobre 2000 ma attraverso la sua opera possiamo rivalutare con attenzione il nostro cinema che osservava la realtà e verificare il livello al quale oggi si è giunti accumulando un debito pubblico forse irrecuperabile: sia in termini economici sia in termini etici", conclude Melanco, mostrando le immagini delle ultime interviste a Sonego che realizzò nel giugno 1990.