Si conobbero nel 1987, Giuseppe Piccioni e Margherita Buy, quando lui cercò Sergio Rubini – che allora era il di lei partner in scena e nella vita – per il ruolo da protagonista nella sua opera prima, Il grande Blek.

“All’inizio non mi calcolava minimamente” rivela l’attrice, all’epoca nemmeno trentenne ma già apprezzatissima dalla critica. Poi, nel 1991, le loro strade si incontrarono con Chiedi la luna. “La Rai produceva – spiega Piccioni – e voleva Edwige Fenech al posto di Margherita, che non era molto conosciuta. Ma insistetti”. E su quel set, come protagonista maschile, c’era Giulio Scarpati.

A distanza di trentuno anni, Piccioni, Buy e Scarpati si sono ritrovati nell’ultima giornata della quinta edizione di Castiglione Cinema – RdC incontra, il festival organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo.

Giuseppe Piccioni e Margherita Buy - Foto Karen Di Paola

“Avevo visto Giulio in Roma, Paris, Barcelona di Italo Spinelli e Paolo Grassini, un piccolo film indipendente. Mi piaceva la sua faccia” ricorda il regista. In Chiedi la luna, Scarpati era Marco, uomo tranquillo che si mette alla ricerca del fratello scapestrato, scomparso dopo un ammanco di cassa. Ad accompagnarlo c’è, la sregolata Elena, fidanzata del fuggitivo. Personaggio che in principio Buy affrontò con qualche incertezza: “Non pensavo di essere abbastanza ribelle e scandalosa, mi sentivo fuori parte”.

Chiedi la luna era un road movie – ricorda Piccioni – che attraversava il centro Italia. Nacque come film per la televisione di 52 minuti, ma a mano a mano si espanse. Quando giro tendo a non contenermi. E arrivammo a quasi un’ora e mezza”.

Riprese molto avventurose, con Buy e Scarpati costretti a truccarsi e vestirsi nei bar per strada. “Giulio si lamentava che Margherita non sapeva baciare” scherza Piccioni. E lei subito si vendica: “Lui era sempre così acciaccato”. Molto affetto nelle parole di Scarpati: “Giuseppe ama gli attori, anche mia moglie (la scrittrice Nora Venturini, ndr) ha lavorato con lui. Ricordo episodi divertentissimi sui set, cambiavamo in itinere. Per esempio, arrivati a metà di Chiedi la luna, ci rendemmo conto che Marco non aveva mai chiesto a Elena, che per lui era una sconosciuta nella sua auto, quale lavoro facesse. E così inserimmo quella domanda all'ultimo momento”.

Giulio Scarpati riceve il premio Casatiglione Cinema 2022 - Foto Karen Di Paola

Sfidando le perplessità del produttore (“Mi disse che così com’era diventato non sarebbe mai uscito in sale” racconta il regista), il film passò sotto lo sguardo di Guglielmo Biraghi, all’epoca direttore della Mostra del Cinema di Venezia: “Gli piacque così tanto che lo presentò nella selezione ufficiale, dove ebbe una bellissima accoglienza”.

Cinque anni dopo, il trio si ricompose per Cuori al verde. “Con Margherita – spiega Piccioni – c’è un rapporto speciale, siamo molto amici. Giulio è uno dei pochi attori con cui ho lavorato due volte. In quel film lui era un intellettuale che tenta il suicidio e viene salvato da un idraulico, interpretato da Gene Gnocchi. Lì c’è una delle mie scene preferite, quando quest’uomo compassato si dimena cantando Cuore matto al karaoke. Invece Margherita indossava una parrucca assurda”. E lei conferma, ridendo di gusto: “Effettivamente non funzionava molto, ma la costumista non riuscì a trovare di meglio”.