Capodanno 2009. A Oakland, il 22enne Oscar Grant viene ammanettato e ucciso, nonostante fosse disarmato, da un agente della polizia locale.
Ryan Coogler ha scelto questa storia (vera) per il suo debutto nel lungometraggio: il racconto si focalizza sull'ultimo giorno di vita di Grant, sui suoi rapporti familiari e sulle difficoltà a trovare un lavoro onesto.
Vincitore del Sundance 2013, Prossima fermata: Fruitvale Station è un film indipendente, duro e crudo, che si apre con le immagini reali dell'omicidio, filmate da un telefonino, per poi passare alla “finzione” messa in scena da Coogler.
Il fine dichiarato del regista è quello di restituire dignità a una tragedia e a un nome, Oscar Grant, che gli americani hanno soltanto letto sul giornale.
Prossima fermata: Fruitvale Station è così un'importante opera di denuncia, realizzata con grande rigore formale, seppur non sempre coinvolgente.
Il giovane regista mostra talento, pur incappando in alcune scelte grossolane (la macrovisualizzazione dello schermo del cellulare del protagonista) che non permettono al film di elevarsi come avrebbe potuto.
Nel cast, la migliore è Octavia Spencer nei panni della madre di Grant, interpretato da un non sempre convincente Michael B. Jordan.