“Le storie che mi interessano di più sono quelle da cui emerge un dubbio etico che mette in crisi, che sfida la coscienza e spinge ad aderire al punto di vista opposto al proprio. In Euforia ho voluto raccontare la nostra contemporaneità attraverso gli individui, per arrivare a interrogativi di cui ovviamente non ho le risposte, ma che a maggior ragione penso valga la pena raccontare”.

Così Valeria Golino introduce il suo secondo film da regista Euforia, che vede Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea interpretare due fratelli dai caratteri opposti e con vite totalmente diverse che si riavvicinano a causa della malattia di uno dei due.

“Per me è stato un film più difficile di Miele, che in quanto più rarefatto poteva concedersi un’estetica più obliqua. In questo caso si trattava di parlare di qualcosa di molto grave ma dando a tratti allo spettatore la possibilità di ridere, senza tuttavia forzare la risata. Per far convivere questo elemento di commedia con un’atmosfera in certi punti metafisica mi sono dovuta trattenere dal ricercare un’estetica radicale e ho preferito rimanere semplice, rientrare nelle convenzioni per far vivere i personaggi anche nella loro paradossale comicità”.

Euforia

Scritto con Francesca Marciano e Valia Santella e con la collaborazione di Walter Siti, Euforia è un film delicato e sorprendente, difficile da definire. Per Riccardo Scamarcio “è un film organico che cerca di raccontare i paradossi e le contraddizioni dei suoi personaggi, che grazie a questa introspezione sono resi di carne ed ossa per poi essere disincarnati. Euforia ambiva a trascendere la carne, che è una cosa difficilissima, ma penso che con questo film Valeria abbia alzato l’asticella, cosa che ha portato anche noi attori ad andare al di là della recita per superarci e raggiungere l’euforia”.

Un grande lavoro sugli attori e un grande entusiasmo caratterizzano la regia di Valeria Golino secondo Valerio Mastandrea: “Ero molto curioso di essere diretto da Valeria, e ho scoperto che è una regista vera, portatrice sana della passione per questo mestiere e soprattutto ancora capace di sorprendersi ancor più che di sorprendere”.

Concordano Isabella Ferrari e Valentina Cervi, che raccontano di essere state spronate ad abbandonarsi totalmente ai loro personaggi. “È stato emozionante far parte della ricerca di Valeria, la ricerca di un qualcosa di altro, di questa indefinita euforia che dà il titolo al film”, commenta Cervi.

Sul titolo ritorna anche la sceneggiatrice Francesca Marciano, che sottolinea che nel film “la malattia è uno spunto per parlare di tante piccole cose, c’è la morte che viene allontanata dalla bugia… D’altronde l’euforia non è uguale alla gioia, è una sorta di schermo che si sovrappone alla paura. Siamo euforici quando nascondiamo qualcosa che ci turba. Per questo abbiamo scelto questa parola, perché l’euforia nasconde anche il suo contrario”.

Prodotto da HT Film e Indigo Film con Rai Cinema e distribuito da 01, Euforia sarà al cinema dal 25 ottobre.