(Cinematografo.it/Adnkronos) - E' scomparso a soli 63 anni Ryan Larkin, regista canadese, animatore per lungo tempo del National Film Board del Canada. La notizia è stata resa nota dall'ex manager Laurie Gordon, precisando che il decesso risale al 16 febbraio scorso.
Nomination all'Oscar nel 1968 per Walking, quale miglior cortometraggio, Larkin era sprofondato da tempo in una spirale di autodistruzione che l'aveva portato a vivere per strada chiedendo l'elemosina. Grazie al connazionale Chris Landreth era tornato a far parlare di se come protagonista nel cortometraggio Ryan (premio speciale al festival di Annecy nel 2004), nel quale si era scoperto il ritratto di un uomo e un artista fragile ma ancora capace di giudicare con spietata lucidità la propria condizione.
Negli anni Sessanta Ryan Larkin lavorò nel mondo dell'animazione al fianco di Norman McLaren, uno degli autori che hanno fatto la storia del cinema di animazione. Larkin realizzò alcuni film che conservano ancora oggi una notevole portata innovativa e una concezione grafica personale e poetica. L'ascesa artistica di Larkin è stata rapida, immersa pienamente in una istanza creativa che non trovava sosta e appagamento, una ricerca continua, da un film all'altro, da una sperimentazione all'altra.
La carriera di Larkin si è spenta però a seguito di diverse crisi: la droga e l'alcol lo hanno allontanato dalle sue realizzazioni per cui in un certo momento della sua vita ha deciso di smettere di creare. Da un decennio viveva di elemosina a Montreal. Chris Landreth, autore di animazione che ha realizzato diversi interessanti corti, tra cui The End (1995), nomination all'Oscar, ha voluto confrontarsi con questo autore, lo ha intervistato, ha cercato nella sua vita e nei suoi lavori, e ha creato un film, quasi un documentario, che parla di Ryan, della sua vita degli ultimi anni, fa vedere un assaggio dei suoi film, ascoltare la voce di Larkin, lo mostra con mani tremanti mentre tocca i propri disegni che non vedeva da 30 anni e che Landreth aveva recuperato.