PER NON DIMENTICARE

ITALIA 1992
Come ogni estate da 10 anni Roberto ritorna alla stazione di Bologna. C'era anche lui quel 2 agosto 1980. E il tornare a Bologna e cercare di ricordare i volti, le voci, i discorsi di quelle persone l'aiuta a non dimenticare. Il film è la visione di quei ricordi.
SCHEDA FILM

Regia: Massimo Martelli

Attori: Gianni Cavina, Giuseppe Cederna, Roberto Citran, Massimo Dapporto, Sergio Fantoni, Angela Finocchiaro, Roberta Lena, Mariella Valentini, Giuliana De Sio, Massimo Tellini

Durata: 40

Genere: CORTOMETRAGGIO

Distribuzione: LEGAMI

NOTE
REVISIONE MINISTERO GENNAIO 1993.
CRITICA
"La regia di Massimo Martelli è attenta a non forzare i toni e i sentimenti; il tocco sembra commosso e ispirato; si ride e si sorride; il racconto sfugge alla sostanza ambigua del mito senza sovrapporre la storia né andare al di là delle intenzioni. La finzione ricorda la realtà, e gli attori sono tutti bravissimi a ricordarcelo. Poi il finale, semplice e straziante: 18,18 18, 20,19, 20, 3,18... la macchina da presa inquadra solo l'età delle vittime. Si trema e si piange davanti a quella lapide e a quell'orribile e assurdo fatto ancora sconosciuto. Per non dimenticare." (Vittorio Spiga, 'Il Resto del Carlino', 1 novembre 1992)

"La sua memoria ufficiale è oggi freddamente coagulata in una lista di nomi scolpita sulla lapide che la macchina da presa scorre nel finale - ed è forse l'unica caduta vagamente retorica in un film che ha scelto un punto di vista coerentemente privato, intimo, umano - come fossero i titoli di coda di un film dell'orrore. Un orrore che suscita ancora oggi vergogna, prima ancora che raccapriccio. Per ricordare c'è voluta la disponibilità praticamente gratuita di una folta squadra di attori che è impossibile elencare individualmente (ma vanno segnalati almeno lo straziante ritratto di una tossica offerto da Patrizia Piccinini e l'amabile duetto tra tassisti dei Gemelli Ruggeri). E la fiducia di Massimo Martelli (regista bolognese alla sua prima prova fiction dopo anni di tv) nel cinema come testimonianza e antidoto alla rassegnazione." (Stefano Martina, 'Il Messaggero', 4 dicembre 1992)

"Interpretato da un folto gruppo di nomi noti del cinema italiano (da Giuliana De Sio a Gianni Cavina, da Angela Finocchiaro a Massimo Dapporto a Giuseppe Cedema), che hanno devoluto il loro compenso all'associazione dei familiari delle vittime. Perderlo sarebbe un peccato. Perché più che un film, il lavoro di Martelli è una testimonianza, dolorosa e appassionata. E come tale merita un'attenzione particolare. Anche se, come qualche spettatore ha affermato dopo la proiezione di lunedì, 'non ho visto rabbia in queste immagini'. Ma non è una sorta di ricordo con rabbia che sembrano essersi chiesti Martelli e compagni. Né, tanto meno, hanno preteso di realizzare un docudramma militante. Il loro, caso mai, è cinema della memoria. Di una memoria cancellata, negata, mai insegnata nelle scuole. 'Lo stato e la scuola devono assumersi il compito di ricordare', ha detto un ragazzo a chiusura della serata. 'Non illudiamoci con il discorso sui giovani. C'è ancora tanta, troppa ignoranza tra i giovani'." ('L'Unità', 16 dicembre 1992)