Marciando nel Buio

ITALIA 1995
Chiamato a compiere il servizio militare, il 20enne Saro Franzese entra a far parte del 14° battaglione fanteria d'assalto elitrasportato. Un battaglione operativo e altamente specializzato, di stanza in Piemonte. Saro è un ragazzo solare ed è divertito dalla nuova esperienza e dall'ambiente militare. In particolare, è affascinato dal suo sergente istruttore, Gianni Tricarico, che in breve diventa il suo migliore amico. Tuttavia, quando Tricarico gli rivela la propria omosessualità, per Saro è un colpo inaspettato ed è l'inizio di una serie di drammatici eventi che vedranno il ragazzo coinvolto in un vortice fatto di violenza e sopraffazione, soprattutto da parte del capitano Silvio Roatta, uomo di punta del battaglione e ufficiale destinato a una carriera folgorante. Per Saro ha inizio infatti una lotta durissima per ottenere giustizia, in cui si troverà costretto a scontrarsi con il peggio delle istituzioni militari, arroccate in difesa del capitano Roatta. All'interno delle istituzioni stesse, però, troverà anche persone decise ad aiutarlo a portare avanti la sua causa, apparentemente persa in partenza.
SCHEDA FILM

Regia: Massimo Spano

Attori: Flavio Albanese - Saro, Jean-Marc Barr - Capitano Silvio Roatta, Massimo Dapporto - Vittorio Scarpa, Thomas Kretschmann - Gianni Tricarico, Roberto Citran - Antonio Marsili, Mariella Valentini - Paola, Antonella Fattori - Laura, Franco Interlenghi - Sindaco, Bruno Corazzari - Colonnello, Emilio Bonucci - Mario, Nicola Russo - Fabrizio Scarpa, Ottavia Piccolo - Gabriella Scarpa, Fabrizio Pioda - Cau, Lorenzo De Pasqua - Trane, Gabriella Saitta - Giudice Tribunale, Mattia Sbragia - Maresciallo Poli, Mimmo Mancini - Maresciallo Carabinieri, Giorgio Crisafi - Avvocato di Scarpa, Lauro Versari - Avvocato di Scarpa, Francesca Fenati - Avvocato di Saro, Riccardo Perrotti - Avvocato di Roatta, Bruno Marinelli - Avvocato di Roatta, Stefano Abbati - Parroco, Maximilian Nisi - Luca, Riccardo Babbi - Granelli, Federica Ferrati - Ragazza in discoteca, Vittorio Vannutelli - Commesso Concessionaria, Roberto Andreucci - Ufficiale Corpo di Guardia, Nando Murolo - Avvocato di Roatta, Franco Trevisi - Maresciallo Poli

Soggetto: Daria Lucca, Massimo Spano

Sceneggiatura: Claudio Lizza, Massimo Spano

Fotografia: Bruno Cascio, Claudio Sabatini - operatore, Sandro Tamborra - operatore

Musiche: Pino Donaggio

Montaggio: Franco Fraticelli

Scenografia: Enzo Forletta

Arredamento: Cosimo Gomez

Costumi: Metella Raboni, Rossella Palma - assistente

Effetti: Giovanni Corridori, Antonio Corridori

Suono: Massimo Loffredi - fonico, Stefania Sapori - fonico, Marco Streccioni

Altri titoli:

Marching in the Dark

Mon capitain, un homme d'honneur

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: UN'IDEA DI MASSIMO SPANO

Produzione: ZEUDI ARAYA CRISTALDI PER ZEUDI E FRANCO CRISTALDI FILM

Distribuzione: ZEUDI E FRANCO CRISTALDI FILM

NOTE
- JEAN-MARC BARR E' STATO DOPPIATO DA SERGIO DI STEFANO, THOMAS KRETSCHMANN DA FRANCESCO PANNOFINO.

- REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1995.
CRITICA
"Il film è eccessivo come si conviene alle nevrosi in causa, mettendo in conto, lo sbudellamento finale: tanto che nel gioco del se fosse si potrebbe pensare a un ministero della Difesa retto da Tennessee Williams con sottosegretario Truman Capote. In questo caso l'amore molesto del graduato verso il soldatino, che sarà baciato in ospedale, meriterebbe una medaglia al merito. L'effettismo di forma e sostanza non toglie la potenza spettacolar-sessuale, anche se parte del gay power accusa il ritratto dell'omosessuale colpevole, diritto sulla china dell'inevitabile suicidio. Gli attori sono bravissimi: Flavio Albanese, Jean Merc Barr, Thomas Kretschmann. L'unico eterosessuale è il caporale (Fabrizio Pioda). Roberto Citran fa pulizia morale. Con i limiti del caso limite, ma con sincero messaggio civile, avvolto nella carta stagnola della fiction, da recapitare al mittente." (Maurizio Porro, "Il Corriere della Sera", 30 Aprile 1996)

"Il compito e le intenzioni sono alte: siamo in un film-cronaca di denuncia sulla violenza nelle caserme italiane. E non soltanto. Si raccontano anche le sfumature del gioco di potere nel sistema gerarchico: il regime di seduzione virile, i ricatti sulla personalità, le sfide e le punizioni che è costretto ad affrontare un soldato in una microsocietà chiusa in cui chi comanda divise prova il diritto-piacere di comandare uomini. Il confine tra militare e persona, ruolo ed esistenza, compito e persona, compito collettivo e libertà individuale, è un bersaglio centrato nel film, che purtroppo perde il controllo dei personaggi quando deve lasciare che la cronaca si dispieghi come tragedia." (Silvio Danese, "Il Giorno", 4 Maggio 1996)

"Il solo meccanismo che potrebbe funzionare è, appunto quello della suspense che si tenderebbe a far nascere dalle difficoltà che la recluta incontra prima per arrivare in tribunale e dopo per ottenere giustizia. Lo guastano subito, però, oltre alla sua intrinseca fragilità, dei modi di rappresentazione impacciati che non riescono mai a ricreare un ambiente, sono insensibili a delle voci doppiate in modo incongruo, accettano musiche mediocri e dialoghi non di rado spinti fino alla soglia del ridicolo e, soprattutto, non raggiungono mai i climi voluti. Non tanto all'interno del cinema di denuncia quasi del tutto assente, nonostante certe velleità, ma nemmeno in quello sulle tensioni processuali, invano mediato da 'Codice d'onore'. Gli interpreti fanno quello che possono, ma con scarsi risultati. Il capitano è il francese Jean Marc Barr, il sergente è il tedesco Thomas Kretschmann, la recluta è Fulvio Albanese, diviso solo fra teatro e Tv. A difenderlo c'è Roberto Citran, un ufficiale pulito e probo." (Gian Luigi Rondi, "Il Tempo", 19 Maggio 1996)