L'odio è il mio Dio

1968
I maggiorenti di un piccolo paese del Colorado, Big Spring, non riuscendo con la ragione a ottenere la terra di un giovane contadino, Stephen Kernay, lo accusano ingiustamente di omicidio e lo impiccano. Il giovane Vincent, fratello di Stephen, presente alla scena, giura vendetta. Dopo otto anni, fattosi adulto, egli torna in paese e inizia la sua opera: Innanzi tutto uccide il giudice Smith, che invano aveva tentato di discolparsi; quindi pugnala, dinanzi alla moglie, Field nella cui proprietà fu ucciso il fratello. In questa sua lotta egli è aiutato da uno strano personaggio, il Nero, di cui nessuno conosce l'identità e le intenzioni. Gli ultimi due, il boia e il banchiere Carter, rendono però loro la vita più dura: Vincent riesce a uccidere il primo, ma l'altro, che pure è stato legato per i piedi ad una finestra dal Nero, è difeso da Swethy, un famoso pistolero, e dalla sua banda. In un feroce duello il Nero riesce ad uccidere il pistolero mentre Vincent uccide Carter che, sebbene legato, stava per sparare sul compagno. Compiuta la vendetta i due si allontanano dal paese.
SCHEDA FILM

Regia: Claudio Gora

Attori: Herbert Fox, Gerardo Rossi, Venantino Venantini, Paolo Todisco, Isa Sala, Gunther Philipp, Mario Mandalari, Franco Pasquetto, Halina Zalewska, Marina Berti, Peter Dane, Ursula Davis, Giusva Fioravanti - Vincent Bambino, Herbert Fleischmann, Piero Anchisi, Giglio Gigli, Carlo Giordana - Vincent Kernay, Tony Kendall - Il "Nero"

Soggetto: Claudio Gora, Piero Anchisi, Vincenzo Cerami

Sceneggiatura: Vincenzo Cerami, Piero Anchisi, Claudio Gora

Fotografia: Luciano Trasatti

Musiche: Pippo Franco

Montaggio: Edgardo Papucci

Altri titoli:

Hate Is My God

Hatred of God

Durata: 110

Colore: C

Genere: WESTERN

Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR

Produzione: LILIANA BIANCINI PER L.B. FILM (ROMA) FONOFILM (BERLINO)

Distribuzione: DEAR/UNITED ARTISTS

CRITICA
"Un western privo [...] di misura e caratterizzato da un' ambientazione falsa e convenzionale, da vuoti effetti forzati e da un montaggio sconclusionato [...]". ("Segnalazioni Cinematografiche", vol.67, p.47)