La forza del passato

ITALIA 2002
Affermato scrittore di libri per bambini, il quarantenne Giovanni Orzan è felicemente sposato ed ha un figlio di otto anni. Una sera, mentre si trova a passeggio per le vie della città, viene avvicinato da Gianni Bogliasco, un vecchio amico di suo padre - un generale dell'esercito morto anni prima - con il quale Giovanni non ha mai avuto un buon rapporto. Bogliasco racconta allo scrittore una strana storia: la storia di un generale (il padre di Giovanni, appunto) che in realtà è una spia del Kgb. Inoltre lo scrittore viene a sapere di essere stato tradito dalla moglie Anna. Dopo queste rivelazioni, il mondo di Giovanni crolla in soli quattro giorni.
SCHEDA FILM

Regia: Piergiorgio Gay

Attori: Sergio Rubini - Gianni Orzan, Bruno Ganz - Bogliasco, Sandra Ceccarelli - Anna Orzan, Mariangela D'Abbraccio - Madre di Matteo, Valeria Moriconi - Madre di Gianni, Giuseppe Battiston - Portiere di notte/Soldato, Aleksander Krosl - Arkady Fokin, Barbara Cerar - Ragazza che suona alla porta, Sebastiano Moise - Gianni Orzan bambino

Soggetto: Sandro Veronesi

Sceneggiatura: Piergiorgio Gay, Lara Fremder

Fotografia: Luca Bigazzi

Musiche: Quintorigo

Montaggio: Carlotta Cristiani

Scenografia: Paola Comencini

Costumi: Francesca Sartori

Effetti: Fabrizio Pistone, Claudio Napoli, Proxima Srl

Altri titoli:

The Power of the Past

Truth and Lies

Durata: 98

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1,85)

Tratto da: romanzo omonimo di Sandro Veronesi (ed. Bompiani)

Produzione: ALBACHIARA, ISTITUTO LUCE

Distribuzione: ISTITUTO LUCE

Data uscita: 2002-09-06

NOTE
- FILM REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI.

- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 59MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2002).
CRITICA
" 'La forza del passato' di Piergiorgio Gay, dal bel romanzo omonimo di Sandro Veronesi, elabora uno spunto paradossale. Sergio Rubini, scrittore di successo per l'infanzia, non ha ancora finito di seppellire il padre che viene avvicinato da una misteriosa figura apparentemente farneticante. Secondo quell'individuo male in arnese, che guida auto rubate e ha una pistola nei calzoni, il padre di Rubini non era un generale rigido e conservatore, ma una spia del Kgb... Ed è solo l'inizio delle rivelazioni che il povero scrittore dovrà sopportare. Peccato che prendendo alla lettera questo apologo sul dolore di crescere e di cambiare, molto suggestivo sulla pagina, il film ne faccia un aneddoto laborioso e un poco esangue. Del torinese Gay, appartato e sensibile, allievo di Olmi, preferivamo i vibranti 'Tre storie' e 'Guarda il cielo'. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 13 settembre 2002)

"Tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, il film di Gay, che aveva esordito con il notevole 'Tre storie', è francamente e purtroppo una delusione. (...) Tutto e tutti guardati con stanchezza da una macchina da presa che inventa poco cinema". (Bruno Fornara, 'Film tv', 17 settembre 2002)

"Grandi speranze, gravi delusioni. Sulla carta sembrava bella l'idea che Piergiorgio Gay, un giovane regista cresciuto alla scuola di Olmi, portasse sullo schermo un originale romanzo contemporaneo, 'La forza del passato' di Sandro Veronesi. E invece, perduto in una trama difficile, Gay appiattisce tutto e non crea atmosfera. Lo spostamento dell'azione da Roma a Trieste è inutile. Le citazioni frizzanti del romanziere sono cancellate. Restano, scialbi e inerti, i dialoghi fra i due protagonisti: Sergio Rubini (il figlio sconvolto) affonda alla prima smorfia; Bruno Ganz (il messaggero misterioso) si difende meglio ma alla fine naufraga anche lui". (Claudio Carabba, 'Sette', 27 settembre 2002)