Febbre da cavallo - La mandrakata

ITALIA 2002
Dopo molti anni, Bruno Fioretti ha conservato intatta la sua "febbre da cavallo"! Ufficialmente fa la comparsa a Cinecittà e ha messo la testa a posto come ha giurato alla nuova fidanzata Lauretta, un'altra proprietaria di bar. In realtà Mandrake continua a giocare alle corse e a perdere. Ha sostituito Pomata, il suo storico socio, con Micione, che vive ancora a casa con mamma e papà e l'Ingegnere, uno studente in perenne attesa della laurea. Un bel giorno però, Mandrake, scopre all'ippodromo di Montecatini un cavallo brocco identico a un campione di Tor di Valle. Per realizzare una "stangata" all'italiana fa entrare in società anche Aurelia, un'attricetta in cerca di gloria e un ragioniere napoletano altrettanto jellato, Antonio Faiella.
SCHEDA FILM

Regia: Carlo Vanzina

Attori: Gigi Proietti - Bruno Fioretti, alias Mandrake, Nancy Brilli - Aurelia Santarelli, Rodolfo Laganà - Micione, Andrea Ascolese - L'ingegnere, Carlo Buccirosso - Antonio Faiella, Emanuela Grimalda - Lauretta, Stefano Ambrogi - Nino Diamanti, Enrico Montesano - Er Pomata, Cesare Gelli - Conte De Blasi

Soggetto: Steno - personaggi, Enrico Vanzina, Carlo Vanzina

Sceneggiatura: Enrico Vanzina, Carlo Vanzina

Fotografia: Claudio Zamarion

Musiche: Vince Tempera, Fabio Frizzi, Franco Bixio

Montaggio: Luca Montanari

Scenografia: Tonino Zera

Costumi: Marina Maruccia

Durata: 105

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Tratto da: personaggi ideati da Steno

Produzione: ADRIANO ARIE' PER SOLARIS INTERNATIONAL - INTERNATIONAL VIDEO 80 - WARNER BROS.

Distribuzione: WARNER BROS - DVD: WARNER HOME VIDEO..

Data uscita: 2002-10-31

NOTE
- NASTRO D'ARGENTO 2003 COME MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA A GIGI PROIETTI EX-AEQUO CON NERI MARCORE' PER 'IL CUORE ALTROVE'.
CRITICA
"Piccola epopea romanesca e plebea, variazione comica e affollata di figure irresistibili su un tema illustre come il dèmone del gioco, 'Febbre da cavallo' di Steno suonava amabilmente datato nei modi e nelle tipologie umane già nel '76, figuriamoci il suo seguito girato oggi. Eppure, anzi forse proprio per questo, 'La Mandrakata' è uno dei migliori film dei Vanzina, uno dei più coerenti e fedeli a un'idea di cinema forse tramontata ma senz'altro gloriosa. Un cinema 'popolare' non per vocazione commerciale ma per natura, perché fatto di voci, di volti, di battute, di umori popolari. Un cinema da tempo spiazzato e messo fuori gioco dalla televisione, coi suoi tempi infinitamente più rapidi, ma che oggi si prende una rivincita. Perché se la tv ormai copia se stessa e genera personaggi che sembrano nati per finire sul piccolo schermo, il cinema può ancora permettersi un certo lavoro sui modelli, sulla memoria, sull'interpretazione". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 1 novembre 2002)

"E' un film vitale, simpatico e venato, da parte dei fratelli Vanzina, di filiale, ironica, sentita nostalgia, fin dai titoli di testa e la colonna sonora, per la commedia italiana anni '70. Si ride in modo semplice, popolare, efficace. Non tanto per la sceneggiatura che tira al risparmio, ma per un cast irresistibile in cui una generazione di comici trascurata dal cinema si prende una bella rivincita. Dal formidabile, estroverso, espressivo Proietti (...), all'estroso redivivo trasformista Montesano; e poi la spiritosa Nancy Brilli nelle sue caratterizzazioni kitsch, il bravissimo Buccirosso, maestro di misura comica come Peppino, il bravo romano Laganà e Andrea Ascolese, l'acqua cheta figlio di papà". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 2 novembre 2002)

"Più che al precedente diretto, 'Febbre da cavallo 2' sembra addirittura tornare alla formula della farsa anni ´50, nello stile del primo Alberto Sordi: un gran macchiettone al centro di un racconto sempre a spron battuto, circondato da 'spalle' che fanno a gara nell'esazione della risata. Pur non avendo al cinema una quotazione pari a quella di cui gode in teatro e tv, Proietti sa come tenere in pugno lo spettatore assicurandogli il divertimento; e qui si prodiga autorevolmente alla testa di un affiatato groppuscolo di bidonisti, che oltre a Montesano comprende Rodolfo Laganà, Andrea Ascolese e l´irresistibile napoletano Carlo Buccirosso. Il soggettino è poco più che un pretesto per innestare una serie d´incidenti spassosi. L´altra volta era Proietti che finiva per sostituire il vero fantino in una corsa truccata, stavolta l´imbroglio si basa sulla sostituzione di un cavallo. Menzione speciale per Nancy Brilli, che riesce a essere buffa e attraente insieme". (Alessandra Levatesi, 'La Stampa', 2 novembre 2002)

"'Febbre da cavallo- La mandrakata' è un seguito iperfilologico: praticamente è identico al capostipite, grazie all'atmosfera e all'imprescindibile tema musicale di Bixio-Frizzi-Tempera, anche se Montesano compare solo nell'ultima mezz'ora e intorno a Proietti ci sono nuovi arrivi come Rodolfo Laganà, Andrea Ascolese, Nancy Brilli e Carlo Buccirosso, il più spassoso. Non sostituite, né sostituibili, vecchie glorie come Mario Carotenuto e Adolfo Celi: e manca ovviamente la 'cornice' del processo, che era di grande efficacia comica e narrativa. Per questo il seguito è di uno zinzino inferiore al primo capitolo, anche se si ride molto e Proietti è mattatore unico e convincente. Un ultimo avvertimento, leggete con attenzione i titoli di coda perché contengo la gag più strepitosa: i vestiti di Nancy Brilli sono di Roberto Cavalli!". (Alberto Crespi, 'Film Tv', 5 novembre 2002)

"Una volta o l'altra bisognava pur dirlo: i film dei fratelli Vanzina sono divertenti. Anzi, divertentissimi. 'Febbre da cavallo La Mandrakata' è un evidente omaggio alla memoria di papà Steno, sottovalutato autore di piccoli capolavori della commedia all'italiana, che aveva il vezzo, consentito a grandi come Totò, di firmarsi col solo pseudonimo. (...) Rispetto al film del padre, Carlo e Enrico Vanzina, che l'hanno scritto e sceneggiato, sono riusciti a cucire un intreccio molto più omogeneo. (...) Riassumendo, piacevole la storia, bravi e simpatici i protagonisti, frizzante la colonna sonora, moltissime le risate. Ah, indovinate di chi sono gli abiti, con strepitose scollature, di miss Brilli, come rivelano i titoli di coda? Di Cavalli, naturalmente". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 2 novembre 2002)