Che fine ha fatto Totò Baby?

ITALIA 1964
Totò e Pietro, suo fratello, sbarcano il lunario con mille espedienti. Totò è abile e violento mentre Pietro, stupido e incapace, deve subirne la tirannia. Mentre sono braccati inutilmente dalla polizia, rubano una valigia alla stazione e vi scoprono un cadavere che decidono subito di portare in campagna per abbandonarlo. Durante il viaggio in macchina, prendono a bordo due autostoppiste con una valigia analoga alla loro; a causa dell'ovvio scambio, penetrano nella villa dove sono ospiti le due ragazze e dove è andata a finire la compromettente valigia. Ivi convengono alcuni fumatori di marijuana, e Totò fa una bella scorpacciata di droga, uscendone pazzo. Dopo raccapriccianti e sadici assassini, finirà in manicomio.
SCHEDA FILM

Regia: Ottavio Alessi

Attori: Totò - Toto' Baby, Mischa Auer - Mischa, Clara Bindi - moglie di Totò Baby, Olimpia Cavalli - moglie di Mischa, Edy Biagetti - autostoppista, Alvaro Alvisi - commissario Polizia, Lina Alberti - patronessa alla recita, Alicia Brandet - Inge, Pietro De Vico - Pietro, Ivy Holzer - Helga, Renato Montalbano - Postino, Piero Morgia - Gelataio, Franco Ressel - Ufficiale Americano, Mario Castellani - direttore Orfanatrofio, Peppino De Martino - maresciallo dei Carabinieri, Paolo Giusti - ospite di Mischa, Gina Mascetti - moglie di Mischa, Stelvio Rosi - ospite di Mischa, Gianluigi Scarpa - ospite di Mischa

Soggetto: Giovanni Grimaldi, Ottavio Alessi, Bruno Corbucci

Sceneggiatura: Ottavio Alessi, Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi

Fotografia: Sergio D'Offizi

Musiche: Roman Vatro

Scenografia: Nedo Azzini

Costumi: Nedo Azzini

Durata: 100

Colore: B/N

Genere: COMICO COMMEDIA

Produzione: ALBERTO PUGLIESE E LUCIANO ERCOLI PER P.C.M. CIN.CA

Distribuzione: CINERIZ

CRITICA
"[...] Il film [...] vale poco. Ma Totò è bravissimo [...]. Il solo che possieda una comicità fisiologica, estrema, veramente poetica. [...] E' semplicemente un canovaccio che permette a Totò [...] di eseguire uno dopo l'altro nuovi sketches, nuove deliranti e irresistibili improvvisazioni [...]". (Mario Soldati, "L'Europeo", 13/9/1964).