El Desperado

ITALIA 1967
Accusato di un furto di cavalli e scampato fortunosamente alla forca, Steve, detto "El Desperado", si imbatte in Bill, un soldato sudista gravemente ferito, che in un punto di morte lo scongiura di recarsi a Overton, per convincere suo padre Sam a comperare un ranch. Steve, spacciandosi per Bill, si presenta al vecchio, che è cieco e vive con una giovane orfana, Katie. Contemporaneamente, un gruppo di banditi, tra cui c'è una donna di nome Lucy, giunge a Overton per depredare un carro militare che trasporta le paghe dei soldati. Scoperto e riconosciuto da Lucy, un tempo sua amante, Steve è costretto a unirsi alla banda, ma, compiuto il colpo, tenta di involarsi col bottino. Inseguito e raggiunto, dopo aver assistito alla selvaggia uccisione di Sam, è a sua volta barbaramente picchiato e soltanto uno stratagemma di Lucy riesce a salvargli la vita. In questo modo, riacquistate le forze, può inseguire i banditi e ucciderli a uno a uno. Sam, è così vendicato e Katie può comperare il ranch.
SCHEDA FILM

Regia: Franco Rossetti

Attori: Andrea Giordana - Steve, Rosemarie Dexter - Katie, Franco Giornelli - Asher, Dana Ghia - Lucy, Aldo Berti - Jonatha, Giovanni Petrucci - Rico, John Bartha - Wallace, Piero Lulli - Sam, Dino Strano, Claudio Trionfi, Antonio Cantafora, Giuseppe Castellano, Gianluigi Crescenzi, Giorgio Gruden, Claudio Serafini, Andrea Scotti, Pino Polidori

Soggetto: Ugo Guerra, Franco Rossetti

Sceneggiatura: Ugo Guerra, Vincenzo Cerami, Franco Rossetti

Fotografia: Angelo Filippini

Musiche: Gianni Ferrio

Montaggio: Antonietta Zita

Scenografia: Giorgio Giovannini

Arredamento: Gianfrancesco Ramacci

Costumi: Gaia Romanini

Effetti: Gino Vagniluca

Altri titoli:

Big Ripoff

The Dirty Outlaws

El desesperado

King of the West

Durata: 103

Colore: C

Genere: WESTERN

Specifiche tecniche: TECHNISCOPE, TECHNICOLOR

Produzione: DAIANO FILM, UGO GUERRA E ELIO SCARDAMAGLIA PER LEONE FILM, DAIANO FILM

Distribuzione: INTERFILM

CRITICA
"Privo di ritmo e di misura, questo film non è che una monotona, fastidiosa ripetizione dei più abusati luoghi comuni del 'western all'italiana', imperniato sull'uso ossessivo della violenza." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 63, 1968)