L'ARCIDIAVOLO

ITALIA 1940
Dall'omonima commedia di Gherardo Gherardi. Il diavolo in persona prende il posto di capitano su di un panfilo che reca a bordo alcune coppie di ricconi, i quali hanno deciso - per fuggire alle noie della vita e della convivenza sociale - di intraprendere una crociera senza mèta ne limite di tempo. Il diavolo, che li conosce tutti peccatori, legati come sono da illeciti rapporti tra di loro, li vuole spingere a macchiarsi ancora di colpa per poi affondare la nave e condurre le loro anime all'inferno. Ma la meschinità delle vittime che Satana ha prescelto è tale che, pur colpevoli non osano di infrangere apertamente quella parvenza di onestà mondana che vela le loro brutture. Il demonio, allora, non li ritiene neanche degni dell'inferno e li abbandona a vagare in eterno sul loro panfilo rifiutati dal cielo, dalla terra e da Satana.
SCHEDA FILM

Regia: Tony Frenguelli

Attori: Ettore Norchini, Arnaldo Mochetti, Checco Rissone, Anna Canonico, Laura Nucci - Gisella, Germana Paolieri - Corinna, Pina Renzi - Contessa Lubinsky, Mario Gallina - Bernardo Villa, Jone Salinas - Erika Villa, Enrico Glori - Maurizio, Luigi Pavese - Carlo, Carlo Ninchi - Cap. Fares, Osvaldo Genazzani - Paolo, Bigliocchi, Augusto Di Giovanni - De Torres, Lily Minas - Grazia, Antimo Reyneri - Il Radiotelegrafista, Nicoletta Parodi, Giacomo Moschini, Guido Lazzarini - Barone Mariano, Luisella Beghi - Nora

Sceneggiatura: Gherardo Gherardi, Tony Frenguelli

Fotografia: Fernando Risi

Musiche: Mario Ruccione

Scenografia: Alfredo Montori

Durata: 84

Tratto da: TRATTO DALLA COMMEDIA OMONIMA DI GHERARDO GHERARDI

Produzione: FIDES FILM

Distribuzione: ENIC

NOTE
IL FILM E' STATO REALIZZATO NEGLI STABILIMENTI DI CINECITTA'.
DIRETTORE DI PRODUZIONE:EMANUELE CARACCIOLO.
AIUTO REGISTA: FILIPPO M. RATTI.
FONICO: BRUNO BRUNACCI.
MUSICA DIRETTA DA GIUSEPPE ANEPETA.
CRITICA
"(...) Esterno e aforistico è anche il donchisciottismo del protagonista, quel suo vano dibattersi contro la realtà prosaica delle sue vittime. Si crede difficilmente alla sua essenza e al suo potere infernale. Il regista Frenguelli doveva chiedere di più alle risorse e alle menzogne tecniche del cinema per illudere lo spettatore e persuaderlo che quello li è veramente il diavolo: e invece tutta la diavoleria si riduce ai soliti unghioni sataneschi o a qualche gioco di spettrale illuminazione. L'interpretazione è abbastanza sostenuta(..)". (S. De Feo, "Il Messaggero", 22 aprile 1941).