Salò o le 120 giornate di Sodoma

FRANCIA 1975
I fatti si svolgono in due località, nella Salò dove Mussolini fece la sua ultima tappa (1944-45) e a Marzabotto dove i nazisti uccisero gli abitanti di un intero paese. Il filo conduttore è quello di De Sade: quattro "signori", fascisti di quel tempo, ma particolarmente colti, capaci di leggere Nietzsche e di citare Baudelaire, organizzano prima dei rastrellamenti e rapimenti di ragazzini e ragazzine e poi, coadiuvati da giovani militari fascisti, organizzano in una villa appartata tremende feste e infine uccidono tutti. Questi "signori" riducono a cose delle vittime umili. E ciò in una specie di "sacra rappresentazione". La vicenda si svolge nello spazio di tre giorni durante i quali le tre "narratrici" ingaggiate raccontano storie intonate alle caratteristiche dei tre diversi giorni: "cerchio delle passioni", "cerchio della merda", "cerchio del sangue".
SCHEDA FILM

Regia: Pier Paolo Pasolini

Attori: Paolo Bonacelli - Il Duca, Giorgio Cataldi - Il Monsignore, Umberto Paolo Quintavalle - L'Eccellenza, Aldo Valletti - Il Presidente, Caterina Boratto - Sig.ra Castelli, Elsa De Giorgi - Sig.ra Maggi, Hélène Surgère - Sig.ra Vaccari, Sonia Saviange - La pianista, Ines Pellegrini - Cameriera, Franco Merli - Ragazzo, Lamberto Book - Ragazzo, Umberto Chessari - Ragazzo, Claudio Cicchetti - Ragazzo, Gaspare Di Jenno - Ragazzo, Sergio Fascetti - Ragazzo, Bruno Musso - Ragazzo, Antonio Orlando - Ragazzo, Olga Andreis - Ragazza, Graziella Aniceto - Ragazza, Benedetta Gaetani - Ragazza, Dorit Henke - Ragazza, Faridah Malik - Ragazza, Giuliana Melis - Ragazza, Renata Moar - Ragazza, Antiniska Nemour - Ragazza, Efisio Etzi - Soldato, Guido Galletti - Soldato, Rinaldo Missaglia - Soldato, Giuseppe Patruno - Soldato, Liana Acquaviva - Giovane, Tatiana Mogilansky - Giovane, Giuliana Orlandi - Giovane, Susanna Radaelli - Giovane, Ezio Manni - Collaboratore, Fabrizio Menichini - Collaboratore, Claudio Troccoli - Collaboratore, Maurizio Valaguzza - Collaboratore, Anna Maria Dossena - Serva, Paola Pieracci - Serva, Anna Recchimuzzi - Serva, Carla Terlizzi - Serva

Soggetto: Donatien Alphonse François de Sade, Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti

Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti

Fotografia: Tonino Delli Colli, Carlo Tafani - operatore, Emilio Bestetti - operatore

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Nino Baragli

Scenografia: Dante Ferretti

Arredamento: Osvaldo Desideri

Costumi: Danilo Donati

Suono: Domenico Pasquadibisceglie - fonico

Aiuto regia: Umberto Angelucci, Fiorella Infascelli - assistente

Altri titoli:

Salò, or the 120 Days of Sodom

Die 120 Tage von Sodom

Salo ou les 120 journées de Sodome

Saló o los 120 días de Sodoma

Durata: 117

Colore: C

Genere: DRAMMATICO POLITICO

Specifiche tecniche: ARRIFLEX, 35 MM (1:1.85) - TECHNICOLOR

Tratto da: romanzo "Le 120 giornate di Sodoma" di Donatien Alphonse François De Sade

Produzione: ALBERTO GRIMALDI, P.E.A. (ROMA) - PRODUCTIONS ARTISTES ASSOCIES (PARIGI)

Distribuzione: PEA (1976); IL CINEMA RITROVATO-CINETECA DI BOLOGNA (2015) - RICORDI VIDEO, VIVIVIDEO, PANARECORD, L'UNITA' VIDEO

Data uscita: 2015-11-02

NOTE
- VOCI: LAURA BETTI PER HÉLÈNE SURGÈRE, MARCO BELLOCCHIO PER ALDO VALLETTI, GIORGIO CAPRONI PER GIORGIO CATALDI.

- PASOLINI VIENE ASSASSINATO IL 2 NOVEMBRE 1975, PRIMA CHE IL FILM USCISSE NELLE SALE.

- L'USCITA NELLE SALE ERA PREVISTA NEL NOVEMBRE 1975 MA IL FILM SUBISCE UN SEQUESTRO PREVENTIVO. LA PEA (PRODUZIONI EUROPEE ASSOCIATE) FA RICORSO IL 29 NOVEMBRE. IL 18 DICEMBRE 1975 LA COMMISSIONE DI APPELLO DI REVISIONE CINEMATOGRAFICA DELIBERA CHE IL FILM PUÒ ESSERE PROIETTATO SENZA SUBIRE TAGLI. IL 10 GENNAIO 1976 ESCE A MILANO MA VIENE SEQUESTRATO A SEGUITO DI DENUNCE DA PARTE DI ASSOCIAZIONI (ex. ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEGLI ALPINI) E PRIVATI CITTADINI. IL 30 DELLO STESSO MESE IL PRODUTTORE DEL FILM, ANTONIO GRIMALDI, VIENE CONDANNATO PER COMMERCIO DI PUBBLICAZIONI OSCENE E TUTTE LE COPIE SEQUESTRATE. NEL FEBBRAIO 1977, DOPO ULTERIORI VICENDE GIUDIZIARIE, VIENE DISSEQUESTRATO CON L'OBBLIGO DI ALCUNI TAGLI. IL 10 MARZO 1977 ESCE FINALMENTE NELLE SALE ITALIANE, RIGOROSAMENTE VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI. NEL GIUGNO DELLO STESSO ANNO IL FILM VIENE SEQUESTRATO NUOVAMENTE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, MA POCHI GIORNI DOPO, LA PROCURA DELLA REPUBBLICA ORDINA IL DISSEQUESTRO. NEL 15 FEBBRAIO 1978, INOLTRE, VENGONO REINTEGRATE LE SEQUENZE TAGLIATE DEL FILM.

- NEL 2015 TORNA IN SALA LA VERSIONE RESTAURATA PROMOSSA DALLA CINETECA DI BOLOGNA E DA CSC-CINETECA NAZIONALE, IN COLLABORAZIONE CON ALBERTO GRIMALDI.
CRITICA
"Con molte intuizioni narrative, quali il rapporto fra la squisitezza triviale dei racconti e la matta bestialità dell'azioni, le pitture "degenerate" di cui i mostri si circondano, l'uso di sfatte bellezze per le parti di ruffiane di lusso, la musica che accompagna le orge, il silenzio sulle torture finali (...). Salò è un film privo di gioia erotica, e per paradosso anche privo di volgarità, ma dove la luce dell'intelligenza di Pasolini è appannata da un'ideologia della sconfitta (...)." (Giovanni Grazzini, 'Corriere della Sera', 16 novembre 1975)

"(...) si tratta di un film in cui non c'è neppure l'ombra del sentimento crudele, anche se, poi, il tema è, appunto, la crudeltà. E questo per la buona ragione che, come appare sia nel film sia in tutte le opere letterarie e cinematografiche di Pier Paolo Pasolini, egli non era crudele. Semmai era portato ad accettare la sofferenza, a subirla; ma non si può assolutamente dire che questa tendenza affiori nel film. Il quale è, invece, fedele, fin troppo, al testo di Sade, in maniera critica e mimetica. Ne seguono due caratteri importanti del film: da una parte, l'aggancio del sadismo al fascismo è messo in atto non tanto a livello storico quanto a livello metafisico; dall'altra il film non è sadico, è semmai una riflessione cinematografica sull'opera di Sade. (...) egli non era crudele; per lui, a livello sentimentale, la crudeltà, la coprofilia, la frenesia di Sade erano, in fondo, inaccessibili. Così il suo è un film freddo e privo del sentimento che anima tanti film americani e i libri di Sade, tutto di testa, tutto filosofico, tutto mentale, e questo seriamente e consapevolmente e non in base a una razionalizzazione degli istinti nei nazisti. Ne segue che, mentre non è affatto crudele, il film di Pasolini è intellettualmente e dunque figurativamente oltremodo provocatorio. Di una provocazione, voglio qui avvertire, di cui hanno grandissimo bisogno gli spettatori di questo paese (...) 'Salò o le 120 giornate di Sodoma' è un film elegante, lucido e al tempo stesso fantastico e funebre. ha fatto ricorso alla musica." (Alberto Moravia, 'L'Espresso', 1975)

"Quaranta anni senza Pasolini: le celebrazioni si sprecano, l'omaggio sfratta spesso la comprensione. Meglio tornare alla lettera di PPP, al suo ultimo film 'Salò': scomodo, devastante, rifuggente qualsiasi classificazione, come il suo autore. (...) Dal libro di De Sade all'Italia repubblichina, PPP condensa in una villa a Marzabotto la violenza grafica del potere e le sue giovani vittime, destinate a tre gironi (...) di inferno terrestre. Disse lo stesso Pasolini, "è un film contro qualsiasi forma di potere e precisamente contro quella che io chiamo l'anarchia del potere". Non perdetelo, 'Salò', fatevi questo doloroso regalo." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 29 ottobre 2015)