Si è tenuta stamattina la conferenza stampa di presentazione di Filming Italy - Los Angeles Festival a cura della produttrice Tiziana Rocca, la rassegna di promozione del cinema italiano in America in collaborazione con APA, che torna in presenza nella città californiana, presso l’Harmony Gold Theatre, dal 28 febbraio 3 marzo. Sarà attiva anche la piattaforma interattiva che ha consentito alla rassegna di svolgersi anche in piena pandemia.

“Ci saranno ottanta titoli tra film, serie, classici restaurati in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, documentari e corti. La programmazione è raddoppiata rispetto all’anno scorso, con un grande sforzo dei produttori” spiega, raggiante, Rocca. Inoltre è previsto un convegno “dedicato alle donne che diventerà un’abitudine nei prossimi anni e uno per l’industry. Cerchiamo sempre di aggiornarci su quello che succede, e ci saranno sorprese di ospiti che stanno ancora confermando”.

Un festival senza barriere né pregiudizi: “Noi italiani siamo in grado di costruire grandi sceneggiature per qualsiasi genere.- commenta Jacopo Mosca - E la nostra commedia è stata spesso snobbata, anche se ci sono grandissimi attori che si occupano di questo genere, e altri registi, come Virzì e Milani, la stanno riportano in auge mantenendo un filo diretto con la commedia all’italiana. Per questo abbiamo deciso di darle grande spazio nella rassegna”.

Matilda De Angelis, ospite d’onore della manifestazione, parteciperà all’anteprima del prossimo Across the River and into the Trees di Paula Ortiz, con Danny Houston e Liev Schrieber. Con lei, ci saranno tra gli altri Antonio Albanese, Aldo Giovanni e Giacomo, Kim Rossi Stuart, Walter Veltroni e Nina Zilli che è “contentissima di partecipare. Di solito sono al servizio del cinema con la musica, questo inverno, però, ho fatto un piccolo film con ruolo da barista, tutto emiliano (La California ndr). Sono molto contenta di esserci anche perché, una volta gli italiani insegnavano l’arte al mondo, ora meno, quindi è ora di riprenderci tutto. Nella società della globalizzazione, se abbiamo voluto l’onnipresenza, la condivisione, è giusto cavalcarla. Non ci piacciono le barriere, ma la multi-presenza, la condivisione globale di storie ed emozioni”.

Tra gli attori italiani di maggior successo all’estero, grazie anche a Gomorra, c’è Salvatore Esposito, ormai veterano della manifestazione, che presenterà il suo nuovo libro Eclissi di sangue. Una nuova indagine dello sciamano (Sperling & Kupfer) e il film Rosanero di Andrea Porporati: “all’inizio interpreto una bambina di 10 anni, ed è stato molto divertente entrare in questo personaggio per scoprire la parte femminile di me. Il film é una fiaba dai toni un po’ scuri, ma è dedicata ai ragazzi. Spero che il pubblico giovane si divertirà”. Per l’attore napoletano è un piacere tornare a Los Angeles perché lì “ci sono location bellissime. E poi nei Festival nascono sempre tante belle idee. Per questo è fondamentale forse, fare meno progetti, ma con più qualità. Senza fretta”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Giancarlo Leone, presidente APA, associazione di categoria da “anni partner di un’iniziativa importantissima. La produzione audiovisiva italiana e la serialità sono diventate molto importanti  a livello internazionale. Registriamo anno dopo anno una crescita del valore, dei titoli, e un raddoppio del traffico del prodotto, in cui decisivo è stato il ruolo delle piattaforme per far conoscere agli americani le potenzialità del nostro audiovisivo. La produzione, però, deve continuare ad essere spedita alla ricerca della qualità migliore. Perché la qualità è ciò che ci viene chiesto, il vero segreto del successo del nostro cinema. Lo conferma il fatto che tra Novembre, Dicembre e Gennaio i film andati meglio in sala sono anche quelli di grande ricerca documentaria, di grande qualità come La stranezza o Nostaglia. Per cui gli sforzi produttivi, ci vengono riconosciuti, anche se c’è ancora un problema di pubblico giovane che è poco intercettato dal prodotto italiano”.

Anche quest’anno grande spazio a produttrici, registe e attrici femminili. Tra le anteprime, infatti, la miniserie Circeo di Andrea Molaioli, prodotta da Paramount. Protagonista è Greta Scarano che si dice: “incredibilmente felice di questo lavoro. Non si vede nulla del massacro e lo dico per anticipare commenti e timori di molti. La serie non parla di questo, anzi, motivo per il quale è stato incredibile per me farne parte e conoscere i particolari di un processo che è stato uno spartiacque nella cultura italiana, prima del quale la violenza sulle donne ha smesso di essere un crimine contro la morale e dopo il quale lo stupro ha iniziato a essere considerato un delitto contro la persona”. 

L’attrice interpreta un avvocato forte e femminista: “il personaggio è inventato, però, ho visto tantissimi documentari sull’archivio di Rai Fiction con avvocatesse, giornaliste attive nel movimento femminista anni Settanta e ho attinto a quei caratteri lì. Per cui, anche se ho dovuto lavorare con la mia fantasia, il personaggio è molto realistico. Ai processi, infatti, c’erano anche avvocatesse che hanno supportato Donatella Colasante. Alla base c’è anche un grandissimo lavoro di ricostruzione dei costumi e di regia ad opera di Andrea Molaioli. Per cui sono molto felice di promuovere questo lavoro anche all’estero. Penso che Circeo che possa essere competitiva a livello internazionale. Quando l’ho letta ho pensato che fosse una serie meravigliosa e presentarla in questa rassegna, che rappresenta una grande occasione per tutte le donne, è un grande onore”.

La mattinata è stata anche l’occasione per ripercorrere i suoi primi passi nel cinema: “A 18 anni provai a entrare in una grande scuola di regia dove venni accolta in maniera inaspettata perché tutti pensavano fossi lì per un provino da regista. Per questo motivo ebbi una specie di litigata con un professore e alla fine non mi presero. Adesso che ne ho 36 ho deciso di rispondere a questa chiamata che mi ha accompagnato per tutta la vita. Ho già fatto un corto e sto preparando il mio film da regista. Presto ci sarà una voce in più, ci proverò” 

“Ho diretto un cortometraggio – spiega ancora Scarano- e mi accingo a sostenere la mia priva prova registica, avevo già scritto una sceneggiatura ma non ho ancora scelto il titolo tra i tanti che mi girano in testa. Non posso dire molto, perché siamo in una fase primordiale di produzione, e per scaramanzia, ma solo che sarà tratto da una storia vera”.

Nell’ambito della manifestazione, il premio alla carriera sarà consegnato a Michael Madsen mentre Giancarlo Giannini sarà insignito della stella nella Hollywood Walk of Fame. Il grande attore si è detto “un po’ intimidito da questo grande riconoscimento. Sono stato tante volte in America, ho portato film con Lina Wertmüller che mi hanno dato grande popolarità. Però la stella penso sia più importante dell’Oscar, perché ti consente di rimanere una star per gli americani, per sempre. Per me è un grande onore, a differenza di Venezia che non m’ha dato neanche un gatto nero.”