"Mi sento fortunata, faccio quasi sempre tutto quello che mi piace. Ho lavorato come modella e attrice, poi invecchiando le richieste sono diminuite. Allora mi sono iscritta all’università per studiare etologia e le scienze ambientali. Ho preso un Master e intanto ho cominciato a fare dei corti incoraggiata da Robert Redford che ha avuto l’idea di una serie di film che rompessero i tempi che impone l’industria della televisione, del cinema”.

Isabella Rossellini riceve dalle mani di Renzo Arbore e Alice Rohrwacher il Premio alla Carriera della XVIII Festa del Cinema di Roma, che la celebra proiettando una selezione di documentari (A season with Isabella Rossellini), corti (Green Porno) e lungometraggi che la vedono protagonista.

Una vita trascorsa tra copertine, grandi set, università e di recente campi da coltivare: "A me piace il mondo della moda e del cinema, sono diventata contadina per ignoranza e ottimismo. Davanti a casa mia c’erano quindici ettari di terreno che un costruttore voleva comprare per costruirci quindici case. Con la comunità circostante, allora, li abbiamo rilevati per poter passeggiare nei boschi. Col massimo dell’ignoranza e dell’entusiasmo, ho allestito una fattoria organica. All’inizio è stato difficile, ci sono stati tanti problemi, ma è stata un’esperienza concreta e interessantissima”.

Si spiega anche così la passione per il mondo degli animali: "Mi sono sempre piaciuti. Sin da piccola volevo essere etologa, ma sono cresciuta a Roma, e all’epoca si studiavano in laboratorio, all’università non c’erano zoologia, etologia. Ho esitato a lungo prima di iniziare a studiare, come ho esitato a diventare regista. Se potessi tornare indietro farei tutto prima“

La cerimonia è stata anche l’occasione per ripercorre la carriera al cinema: "Sono legata a La morte ti fa bella di Zemeckis, – ricorda l’attrice – dove interpreto una donna con una pozione che consente di rimanere giovane per sempre. Quando ho incontrato il regista, ho cercato di convincerlo in ogni modo sul fatto che fossi la persona perfetta per il ruolo. Per un mese, però, sono andati avanti i provini e non l’ho sentito, poi un giorno mi ha chiamato dicendo che il ruolo sarebbe stato mio. Mi sono divertita tantissimo su quel set, è un film comico, ma con tanta ironia, ideale per me che avevo avevo fatto prima tanta pubblicità di creme antietà”.

Anche nel rapporto con il grande schermo, poi, il mondo degli animali è centrale: "Che io ricordi, in casa siamo sempre cresciuti con il cinema: papà montava i film in camera da letto e si arrabbiava se facevamo rumore. Io, poi, andavo spesso a visitare mamma sui set. Non mi ricordo il primo film che ho visto. La carica dei 101 di Reitherman, però, mi ha fulminata, lo vidi due volte di seguito. Una cosa che mi è successa poi solo con Chaplin e Almodóvar.

Prima del cinema Isabella Rossellini esordì, giovanissima, nel mondo della moda: “Il lavoro da modella risponde a quello che la società richiede, – spiega Rossellini – considera l’evoluzione sociale della donna. Quando iniziai ero una bellezza anonima, dovevo togliere la fede prima di posare. Poi la mia identità è stata rivelata, e improvvisamente sono diventata famosa, la stampa voleva parlare con me, perché nel frattempo molte donne erano diventate giornaliste. Oggi arrivano alla pubblicità tante donne, attrici, poetesse, influencer di qualunque etnia ed etnia”.

Non sempre, però, il lavoro è stato gratificante: “A quarantadue anni l’azienda di cosmetici con cui lavoravo e lavoro mi disse che non potevo più rappresentare una donna giovane. Io, però, non volevo rimanere eternamente giovane. Poi dieci anni fa, con la prima CEO di una grande compagnia, hanno cambiato l’impostazione. Adesso tutti, dal cinema alla moda, tornano a cercarmi: non me lo aspettavo“

Isabella Rossellini è anche tra le protagoniste di La Chimera, film di Alice Rohrwacher selezionato all’ultimo festival di Cannes nelle nostre sale dal 23 novembre: "Quando ho letto il copione ho capito che c’erano due livelli: quello che riguardava la vita dei tombaroli, la polizia, il mercato di opere archeologiche, e un altro più poetico, più nascosto. Non è un un film sulla morte, ma sull’aldilà, soprattutto in una città come Roma piena di storia e leggenda”.

L’attrice si è soffermata anche sul processo di preparazione al ruolo: “Il mio personaggio doveva essere molto vecchio, quasi in procinto di morire. Io, però, non mi sono invecchiata tantissimo, ho deciso di avere i capelli bianchi perché indicano l’età avanzata meglio di molte altri elementi. Così quando ho chiesto ad Alice una parrucca bianca, lei è stata subito d’accordo”.

La regista ha selezionato anche un paio di film per celebrare i suoi genitori che saranno proiettati durante la Festa: "Ho scelto Stromboli (Terra di Dio) di mio madre Roberto Rossellini perché è un film del 1949. All’epoca era un’isola primitiva, ora è un posto di villeggiatura. Mi ha sempre impressionato la scena della tonnara, in cui i pescatori radunano e uccidono i tonni. Ora sono pesci in via di estinzione. Quando sono nata eravamo due miliardi di abitanti sulla terra, e mio padre parlava già di sovrappopolazione. Adesso siamo nove. Attraverso questo film, allora, i giovani possono vedere quanto è cambiata la società”.

Per omaggiare la madre Ingrid Bergman, invece, la scelta è caduta su “Sinfonia d’autunno di Bergman: la storia di una pianista egocentrica e di successo che ha trascurato la famiglia per la carriera. Liv Ulman mi ha raccontato che mia madre e il regista hanno litigato pazzamente sul set perché non erano d’accordo sul ruolo di questo personaggio. Anche qui c’è una scena madre che mi pare significativa: quella dove la figlia ricorda alla madre tutte le volte che è stata abbandonata. Mia madre lì, rispettando il copione che prevedeva che rimanesse in silenzio, fa affiorare in viso tutta la rabbia, la frustrazione per non potere fare la vita che vuole”.