È abbastanza frequente di questi tempi sentir dire che certi mestieri nessuno li vuole più fare: camerieri, idraulici e fresatori.
Di fronte a questo improvviso calo di passione verso quei mestieri che hanno innervato e assicurato il nostro paese, non ci resta che confidare nella tecnologia che risolva questa emergenza immettendo sul mercato robottini che servano la pizza ai tavoli e che facciano smettere i nostri rubinetti di sgocciolare.
Dentro a questa crisi di vocazioni un mestiere che invece continua ad essere molto ambito è la comparsa cinematografica. Figura eroica, maltrattata, talvolta vilipesa, con un senso del sacrificio inenarrabile, la comparsa contribuisce in maniera decisiva alla realizzazione dei film: ve li immaginate Salvate il soldato Ryan o Ben Hur (nella foto) senza migliaia di comparse? Ma anche i film intimisti e delicati francesi occorrono di comparse: una coppia che passeggia in lontananza, un signore costretto a fumare in un bar mentre i protagonisti litigano in primo piano, e ad ogni ciak una sigaretta nuova, oppure una scena al ristorante dove le comparse sono costrette a mangiare la solita pasta fredda per 40 ripetizioni della scena e a bere un calice di vino rosso dove al posto del vino ci hanno messo una bevanda colorata. Le comparse sono continuamente sgridate dall’aiuto-regista il quale passa il suo tempo a cambiarle di posto sulla scena e ad arrabbiarsi con loro perché guardano la macchina da presa.
Devo dire, ad onor del vero, che il povero ed isterico aiuto regista non ha tutti i torti perché talvolta qualche comparsa passando davanti alla cinepresa saluta con la mano. Gli oneri delle comparse sono sostanzialmente due: portarsi i propri abiti, a meno che non debbano partecipare ad un film ambientato nel medioevo, e non lamentarsi mai. Le comparse guadagnano all’incirca come un cameriere, nel loro compenso è previsto il famoso cestino nella pausa pranzo. Il sogno della comparsa è mostrare ai parenti con un fermo immagine durante la proiezione del film dove era collocato in quella tal scena. Il lavoro della comparsa è usurante come quello del corazziere: stare in piedi per ore ed ore, con possibili conseguenze al sistema del ritorno venoso: le celeberrime varici del corazziere e delle comparse. Se c’è una cosa che la comparsa deve temere è la tecnologia perché la computer grafica è la sua peggior nemica rischiando di farla scomparire: oramai le scene di massa sono quasi tutte virtuali e così oltre a perdersi migliaia di posti di lavoro avremo anche un aiuto regista muto. Altro che nessuno vuole fare certi lavori, tutti vogliono fare la comparsa.