Struggente ritratto di giovinezza cinefila firmato da Bernardo Bertolucci. Sullo sfondo della Parigi sessantottina, tre ventenni (Louis Garrel, Eva Green e Michael Pitt), voraci di film e di vita, imparano ad amare seguendo l’esempio dei grandi capolavori della storia del cinema.

Ora tornano al cinema, a 20 anni da quel 2003 in cui Bernardo Bertolucci firmò The Dreamers. Restaurato dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con Recorded Picture Company presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata e sotto l’egida della Fondazione Bernardo Bertolucci, The Dreamers sarà nelle sale italiane dall’8 gennaio, grazie alla stessa Cineteca di Bologna e al suo progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema, per la distribuzione dei classici restaurati.

“Noi dicevamo spesso che avremmo voluto dare una macchina da presa a chiunque”, diceva Bernardo Bertolucci. “Io lo penso ancora, così ognuno potrebbe raccontare il proprio, di Sessantotto. Il film è diretto più ai giovani, che allora non c’erano. Vorrei avere una macchina del tempo per poterli condurre in quell’epoca. Io non sono interessato ai film prettamente storici, non avevo intenzione di fare un docudrama: volevo, piuttosto, dare vita a un contagio e dire ai ragazzi di oggi che, se era giusto ribellarsi allora, lo è anche adesso. Nel film, la politica viene dopo la libertà e il sesso perché il Sessantotto non era solo politica. Prima di tutto, nel Sessantotto c’erano tante emozioni: un mix di cinema, sesso, rock’n’roll, le prime canne e poi, ovviamente, la politica”.

“Per The Dreamers – sono sempre parole di Bertolucci – ho immaginato il corpo a corpo di tre ventenni di oggi, Eva Green, Louis Garrel e Michael Pitt, con tre ventenni del Sessantotto, Isabelle, Théo e Matthew. Ben presto, com’era fisiologico, mi sono accorto che anch’io, come i miei tre personaggi, mi stavo confrontando con il Sessantotto: la macchina da presa era diventata una macchina del Tempo e mi aveva imprigionato”.