Opera prima delle giovani registe Barbara e Monica Sgambellone, è Tutti intorno a Linda, "commedia brillante e veloce, ricca di equivoci", come recita il pressbook. Pur con tutto l'affetto e la simpatia che un esordio merita, ancor più nello stitico panorama italiano, il film che si vede è un altro, e non è bello.
Protagonista è Linda (Maria Victoria di Pace), attrice pubblicitaria - come le registe - che a Torino è rosa dal dubbio: operarsi di endometriosi o bypassare la malattia con una gravidanza da pianificare nel giro di un annetto? Ovviamente, il Tutto intorno è ricco di pretendenti vari ed eventuali, un anziano professore bibliofilo e due inquilini: una biondina sfortunata in amore e il gay d'ordinanza.
Costruito su ritmi e inclinazioni già obsolete negli anni '80 nostrani, frequentato dall'indifferenza per il qui e ora sociale - belle case, bei vestiti, tutti moderatamente alternativi, nessun problema ad arrivare a fine mese - che è "vanto" di tanto nostro cinema, Tutti intorno a Linda è inutile quanto innocuo, ma non privo di consapevolezza: "Più si ha paura che le cose accadano e più accadranno", recita l'ultima frase. E vale per i 90 minuti precedenti.