Prima di Luke e Leila, prima di Ian Solo. Alle origini dell'addestramento Jedi di un bimbo, Anakin Skywalker, che in futuro, nel 1977, il mondo avrebbe conosciuto come Darth Vader, signore oscuro dei Sith. Era il 1999, la saga di Star Wars (ri)nasceva ventidue anni dopo il primo, leggendario capitolo (poi rinominato "episodio IV"), con La minaccia fantasma, Episodio I di un'epopea che - volenti o nolenti - ha ridefinito le coordinate dell'universo sci-fi cinematografico. E non solo.
Oggi, a tredici anni di distanza, il film torna nelle sale dopo la conversione 3D supervisionata dallo stesso George Lucas: la corsa degli sgusci, la traversata acquatica per riemergere dalle profondità di Otoh Gunga, l'epica battaglia finale a Naboo tra i Gungan e i droidi governati dalla Daultay Dofine, la nave spaziale della Federazione, ognuno di questi momenti ne giustifica in maniera roboante la riedizione, mirata senza alcun dubbio a raggiungere quella fascia di pubblico - i giovanissimi - che in questo modo potrà ammirare sul grande schermo, secondo le volontà "cronologiche" di Lucas, l'inizio della saga.
Prologo per un'apoteosi che si raggiungerà solamente nell'Episodio III (La vendetta dei Sith), con il definitivo passaggio al lato oscuro della forza dell'allievo ormai corrotto, La minaccia fantasma introduce luoghi (Tatooine) e personaggi determinanti per il prosieguo della saga - su tutti il giovane Obi-Wan Kenobi (qui Ewan McGregor, "poi" Alec Guinness), Padmé Amidala, regina di Naboo (interpretata da una Natalie Portman ancora 18enne), futura moglie di Anakin e madre di Luke Skywalker e Leila, i sempiterni R2-D2 e C-3PO, ovviamente il malvagio Palpatine/Darth Sidious e il maestro Yoda - e anticipa proprio attraverso i dubbi di quest'ultimo sul piccolo Anakin ("La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all'ira, l'ira all'odio; l'odio conduce alla sofferenza") i futuri scenari di un Universo che ha fatto storia, partendo da "una Galassia lontana lontana".