La tragedia, il trauma di una nazione e non solo, il dolore di un’umanità portato al cinema. A descriverlo, almeno sullo schermo, era stato il riuscito documentario di Steve Humphries del 1998 Sex in a Cold Climate. A seguire, nel 2002, era stato realizzato il controverso Magdalene di Peter Mullan, che aveva vinto il Leone d’Oro a Venezia. L’invito, ancora oggi, è a non dimenticare.

In apertura alla Berlinale si torna a parlare delle “Magdalene Houses” con Small Things Like These di Tim Mielants. Per più di un secolo, in Irlanda, erano stati istituiti dei riformatori diretti dalle suore, in cui donne “peccatrici” dovevano espiare le proprie colpe. Erano costrette a lavorare gratuitamente, come schiave, in lavanderie infernali. La ferita è ancora aperta, ma Mielants non vuole scatenare polemiche.

Evita l’approccio frontale di Mullan, e si tiene a distanza. Le violenze sono accennate, nei conventi non si entra, se non in rare occasioni. I toni non sono grotteschi o esasperati, nel film il ritmo è quieto. Il grido è quello di un senso di colpa mai sopito, l’immagine è di una comunità che fatica a prendere coscienza di ciò che sta accadendo. Cillian Murphy presta il volto a Bill Furlong, un commerciante di carbone. Si avvicina la notte di Natale, siamo nel 1985. Il protagonista è tormentato dal suo passato, ma intanto viene a contatto con un presente terribile.

Small Things Like These si concentra sul rapporto tra oscurità e luce, sulla percezione e sulla vergogna. Furlong si muove sempre nell’ombra, viene pedinato dal regista durante le sue lunghe camminate, durante le consegne. In un’Irlanda silenziosa, fredda, dove il vero oro è il carbone per scaldarsi. Per Furlong è una maledizione: non riesce a togliersi quel nero dalle mani. Rappresenta un Paese che ancora sanguina, impegnato nella sua battaglia di denuncia. Allo stesso tempo è la rappresentazione di un passato da cui non sentirsi assolti, di una richiesta di perdono che non sempre viene accolta.

Sono le “piccole cose” del titolo a fare la differenza, catturate con lunghi carrelli, pianisequenza in cui a brillare è il talento di Murphy, non a caso in corsa anche per la statuetta più ambita con Oppenheimer di Christopher Nolan. Small Things Like These è tratto dall’omonimo romanzo di Claire Keegan, e dimostra un rispetto non scontato nell’accostarsi a uno dei capitoli più bui della nostra epoca. Tra i produttori, oltre a Murphy stesso, spiccano Matt Damon e Ben Affleck.