Il rapporto tra Hollywood e il cinema indiano è parallelo e antitetico. Entrambi fabbricano immaginari, creano tendenze, fanno funzionare una macchina dei sogni che incanta milioni di persone. Entrambi giocano sul patriottico, si interrogano su questioni identitarie, puntano sul consenso popolare. Negli Stati Uniti non è un caso il successo, ormai globale, di Top Gun: Maverick. Eppure viaggiano ovviamente su binari del tutto diversi.

L’India ha due grossi poli di produzione cinematografica. Il più conosciuto è Bollywood, con sede a Bombay, che utilizza come lingua principale l’hindi. Il secondo, ma non minore per importanza, è Tollywood, insediato a Hyderabad, dove si parla telugu. Da Tollywood è arrivata una delle sorprese dell’anno, che ha conquistato anche l’Occidente. Record d’incassi in patria, incetta di consensi oltreoceano, il titolo è RRR (Rise Roar Revolt) di S. S. Rajamouli. Racconta le gesta di due rivoluzionari realmente esistiti, che all’inizio degli anni Venti si opposero alla dominazione britannica. Ma questo è solo il pretesto.

La storia è vigorosa, travolgente: un’epopea di oltre tre ore che non ha paura di sfidare ogni regola, di utilizzare ogni eccesso per alimentare l’epica. È costato più di settanta milioni di dollari, e nel suo essere un blockbuster racchiude la maggior parte delle correnti del luogo. L’azione esasperata si fa vera cifra stilistica, i canti e i balli da musical diventano narrazione, i momenti da videoclip si imprimono nella memoria per una bromance senza tempo. L’amicizia virile è l’elemento principale per sfidare il potere, rovesciare i tiranni. L’attaccamento ai propri leader infonde coraggio, il racconto picaresco sfiora la leggenda, il mito.

RRR incarna lo spirito pop della nazione, abbracciando anche temi a loro cari, come la spiritualità e il legame con la natura. A essere vincente è il ritmo incontrastabile di una battaglia che non accetta requie. Ma RRR non è solo intrattenimento ad alto budget. È la risposta ai supereroi, ai viaggi intergalattici, alle missioni impossibili. Si concentra su un aspetto che spesso da noi viene dimenticato: l’astrazione, l’allontanarsi dalla realtà, renderla favola, anche di grana grossa, nascondendo le imperfezioni sotto il rullo di tamburi e i battiti cardiaci. Indubbiamente uno dei film più pirotecnici e selvaggi dell’anno. Disponibile su Netflix.

Una curiosità: R. R. R. R. è un progetto mai realizzato da Hitchcock. La sceneggiatura doveva essere di Age e Scarpelli, il soggetto ambientato in un hotel di New York. A gestirlo era una famiglia di immigrati italiani, anche criminali di professione, pronti a rubare una moneta di valore a un loro ospite. Coincidenze da grande schermo che si parlano attraverso i decenni.