“Dal Sundance a Berlino, un gioiellino sentimentale targato A24: lo ritroveremo agli Oscar 2024, qualcuno lo porti in Italia”: così scrivevamo – dopo la visione alla Berlinale – il 19 febbraio 2023. E’ passato un anno, Lucky Red lo distribuisce dal 14 febbraio nelle nostre sale, e Past Lives ha incassato due nomination ai 96. Academy Awards: miglior film e miglior sceneggiatura originale.

La determinata Nora Moon (Greta Lee), al principio Na Young, e il sensibile Hae Sung (Teo Yoo) sono amici per la pelle. Vengono separati, allorché la famiglia di Nora, padre regista, madre artista e sorellina, decide di emigrare dalla Corea del Sud per il Canada. Dodici anni più tardi si ritrovano su Skype, si piacciono, progettano di vedersi: lei si è trasferita a New York, insegue una carriera da drammaturga, lui prima l’esercito poi ingegneria. Nondimeno, decidono – lei – di non sentirsi più, sicché lei si sposa con scrittore ebreo americano, Arthur (John Magaro), lui si fidanza ma poi si mette in pausa. Dodici anni più tardi, ovvero ventiquattro dall’emigrazione, Hae Sung vola a New York per rincontrare Nora: amore, vita e reincarnazioni, scelte, destino, l’uno di fronte all’altra hanno da affrontare moti, fantasmi, sentimenti.

In anteprima al Sundance, quindi in concorso a Berlino 73., è Past Lives, opera prima della drammaturga newyorkese Celine Song, prodotta da A24.

Nulla di nuovo nel soggetto, ché è della schiatta di Prima dell’alba e sodali, ma ha qualcosa di irrinunciabile per lo spettatore, la spietata dolcezza del sentire, l’accordarsi a una urgenza umana, dispensando empatia e levità, profondità e conflitto, senza mai rinunciare, anzi, all’ironia. Viscerale e universale al contempo, ne viene una verità scomoda: quali sacrifici per realizzarsi, quali amori da non abbracciare, quali destini da imbracciare?

Greta Lee ha un sorriso irresistibile, promessa di felicità realizzata, Teo Yoo e John Magaro danno tante tinte al maschile, la colonna sonora di Christopher Bear and Daniel Rossen dei Grizzly Bear è preziosa, sicché Past Lives vive già da piccolo cult, sulla scia anche produttiva e antropologica di Minari o quella atmosferico-sentimentale di Drive My Car.

Lo troveremo fino in fondo nell’award season americana e globale: mi dicono lo vendano al mercato berlinese a caro prezzo, tuttavia. Fatevi sotto.