Un romanzo per giovani pubblicato in Brasile nel 1968, tradotto in 32 lingue e stampato in 19 paesi in tutto il mondo. Dal 1970 al 1998 sono state tratte da questo libro tre serie televisive e un lungometraggio, eppure questi dati non hanno fermato la voglia del regista brasiliano Mark Bernstein, che si è avventurato con entusiasmo nella produzione di una nuova versione cinematografica.
Il film racconta la storia di Zeze, quarto figlio di una modesta famiglia di operai che vive in una realtà provinciale nello stato di Minha Gerais. Zeze è un bambino un po' birbante che ama fare scherzi di cattivo gusto ad amici e conoscenti. Ma Zeze ha anche una vena creativa che trova sfogo all'ombra di un albero di arance. Un luogo in cui racconta storie di fantasia. Questo è un modo di evadere da una triste realtà, fatta di continui maltrattamenti e percosse che diventano sempre più frequenti quando il padre di Zeze, affetto da problemi di alcolismo, a causa della sua cattiva condotta perde il posto di lavoro. Una storia che si risolverà grazie all'intervento di Portuga, un personaggio che entrerà nella vita di Zeze come una sorta di secondo padre, o meglio, come un padre che lui non ha mai avuto.
Un film che si rivolge allo spettatore con intimità e profondità. Una storia messa in scena attraverso immagini calde che lasciano il segno: le corse di Zeze sono coinvolgenti e con piacere ci si lascia trasportare in luoghi nascosti tra la campagna che solo un bambino, grazie alla sua sensibilità, può riconoscere e trasformare in luoghi magici.
Marcos Bernstein, cosceneggiatore del pluripremiato Central do Brasil, con le sue scelte di regia ha saputo trasmettere sentimenti fragili e meschini con grande senso di equilibrio. Amplificato dalla dimensione musicale dell'opera, creata da Armand Amar, compositore israeliano premiato con un César per Il concerto di Radu Mihaileanu.