Il ritorno di Abel Ferrara dietro la macchina da presa e davanti alla Passione, la Passione già esplorata nella sordida Via Crucis del Cattivo tenente e nel vampirismo esistenziale di Addiction. E il ritorno di Abel Ferrara al film nel film di Blackout e Snake Eyes. Qui il film nel film è This Is My Blood sulla vita di Cristo, interpretato dal regista Tony Childress (Matthew Modine). Un filmaker iconoclasta e spudorato a cui Ferrara mette in bocca parole sue: interpellato dal giornalista Ted Younger (Forest Whitaker) sulle ragioni che l'hanno spinto a realizzare la pellicola, Tony fa riferimento ai miliardi rastrellati da The Passion di Mel Gibson. Vedi alla voce profanazione del sacro, Leitmotiv principe del corpus ferrariano. Ma in Mary non vi è scandalo: gli accenni di blasfemia sono delegati a Childress e rinchiusi nel film da lui diretto, non in quello di Ferrara. Vi è poi la sacralizzazione del profano, ambigua e controversa per assunto: l'attrice Marie Palesi (Juliette Binoche), interprete del ruolo di Maria Maddalena in This Is My Blood, parte alla volta di Gerusalemme per riappropriarsi della verità storica del suo personaggio. Personaggio modellato da Childress sui Vangeli apocrifi: è questa la "eterodossia" di Ferrara e pare poco per chi è giunto a interferire sul piano della salvazione stessa ponendo il Cristo di fronte al suo tenente strafatto in chiesa. Qui anzichè un one man show di dannazione e redenzione, la materia ideologica è tripartita: estasi e abbandono per Marie, ossessione privata e compulsione artistica per Tony, crisi familiare e rovello interiore per Ted. Ed è Tony - ovvio? - il personaggio a cui Ferrara si sente più vicino: l'invocazione disperata di Childress a vedere il suo film non con gli occhi, ma col cuore è quello che il regista italo-americano chiede agli spettatori. Da parte sua Ferrara ci mette l'indipendenza stilistica e la dipendenza esistenziale, i tentennamenti formali e il massimalismo poetico, il Santo Sepolcro e la cabina di proiezione. Non solo, quando Mary finisce parte This Is My Blood. E tre nuove vite nel cinema-vita di Ferrara. E fa tenerezza ritrovare nel cast il co-sceneggiatore Massimo Cortesi e il set designer Frank De Curtis. Cinema-vita, appunto.