L'ultimo del prolifico e valente sessantaduenne coreano Hong Sang-soo, In Our Day, è anche il film di chiusura della Quinzaine des Cineastes, già Réalisateurs, di Cannes 2023.

Il dramedy, accezione à la Hong Sang-soo già apprezzato, tra gli altri, per Hahaha e Right Now, Wrong Then, intreccia due storie parallele nella Seoul contemporanea: quella di Sangwon (Kim Minhee, compagna e musa del cineasta), attrice recentemente tornata in Corea e ospitata dall’amica Jungsoo (Song Sunmi) e il suo gatto Us, che riceve la visita della più giovane cugina Jisoo (Park Miso); quella, altrove in città, dell’anziano poeta Uiju (Ki Joobong) che vive da solo, e viene visitato da due giovani, l’ammiratore Jaewon (Ha Seongguk) e la filmaker Kijoo (Kim Seungyun).

Ognuno dei tre vuole intraprendere una carriera nelle arti, ma che ne pensano gli interlocutori: Sangwon vorrebbe mollare, Uiju preferisce alcol e tabacco, che invero avrebbe da poco accantonato.

In Our Day invita a guardare ciò che ogni giorno conta intimamente, il sale della nostra vita, e lo fa con una cifra minimalista e ironica, immediata e empatica: facilità e felicità di regia, il trentesimo lungometraggio di Hong ne rinnova il gusto umano, la sapienza tecnica, con inquadrature lunghe e permeabilità allo stupore delle piccole cose, dal gioco roccia-carta-forbice alla fuga del felino.

I feticisti apprezzeranno i piedi di Kim Minhee, e non solo i suoi, i cinefili più ordinari un autore totale, che firma anche sceneggiatura, fotografia, suono, scenografia, montaggio e musiche.

È un film pieno di Grazia, contemplativo d’elezione, umoristico per dono, salvifico per missione: il segreto non è accontentarsi, ma essere contenti. Di quel che si ha e, alcool e sigarette, di quel che non si dovrebbe.

Semplice, e incontrovertibile.