Fotografare. Scrivere con la luce. Ritrarre. In pochi lo hanno saputo fare, lo sanno fare, come Sebastião Salgado, tra i più grandi fotografi contemporanei, raccontato ora da Wim Wenders (e dal figlio Juliano Ribeiro Salgado) nello splendido documentario The Salt of the Earth, premiato lo scorso maggio in Un Certain Regard a Cannes, oggi al Festival di Roma e dal 23 ottobre nelle sale italiane.

Seguendo il fotografo nei suoi ultimi viaggi, e ascoltando dalla sua voce la storia dei suoi scatti più importanti, il regista tedesco Palma d'Oro nel 1984 con Paris, Texas dà vita ad una creazione che alimenta il cinema con il suo nutrimento primario: l'immagine. Che attraverso l'occhio di Salgado ha saputo raccontare i continenti sulle tracce di un'umanità in pieno cambiamento. "Il sale della Terra" sono gli uomini, seguiti dal fotografo in quarant'anni di carriera: alcuni tra i fatti più sconvolgenti della nostra storia contemporanea, conflitti internazionali, carestie, migrazioni di massa, sono stati immortalati nel bianco e nero inconfondibile, di rara potenza, del fotografo brasiliano.

Da Other Americas (progetto sulle terre sudamericane) a Sahel, The End of the Road, da Workers a Exodus, il lavoro di Wenders e Salgado Jr. tenta di riscrivere, attraverso una nuova luce, l'interminabile cammino di Salgado, la completa adesione di quest'uomo al "momento" che ha saputo fermare, rendere unico, consegnando alla Storia le tante, troppe, innumerevoli storie che l'umanità avrebbe altrimenti continuato ad ignorare.

Il genocidio in Rwanda, quello più recente dei Balcani, Salgado ha più volte rischiato di "catturare" questioni che hanno rischiato di allontanarlo definitivamente dal suo soggetto principale, l'uomo. Con il quale lo stesso fotografo ha finito per non riconoscersi più. Solamente più tardi, realizzando il monumentale Genesis, l'incontro ravvicinato con la fauna e la flora selvagge, omaggio unico e irripetibile alla bellezza del pianeta che abitiamo, unitamente al grandioso progetto portato avanti insieme alla moglie e al figlio, atto al rimboschimento di quella che un tempo era (solo) la loro tenuta in Brasile (e adesso è un parco nazionale), Salgado - secondo lo stesso Wenders - ha avuto una sorta di risarcimento dopo tutta la disperazione di cui è stato testimone: "Non ha soltanto consacrato Genesis alla natura, dice il regista, ma è proprio la natura ad avergli permesso di non perdere la sua fede nell'uomo".