1953: Nena deve lasciare famiglia povera e ignorante, fidanzato abbiente (e colto) e trasferirsi in un paesino della Puglia per assumere il suo primo incarico di maestra elementare. Ad accoglierla, è una realtà ostile: contadini, quasi arcaici, con cui Nena nulla sembra condividere. E' il grado zero dell'esistenza, quello che si troverà a condividere forzatamente: animali, variamente assortiti, ma Nena non molla, lotta alimentata dal fuoco dell'amore e della passione per l'insegnamento. Si scontrerà con quei luoghi selvaggi, dando prova di un carattere fuori dal comune e finendo per ripensare la propria vita in modo radicale: Nena e non più Nena, in cerca dell'autore della propria vita.
E' Il primo incarico affidato dalla regista Giorgia Cecere (già sceneggiatrice per Winspeare) a Isabella Ragonese: un one woman show, giocato tra sessismo e istruzione, affrancamento e asservimento, libero arbitrio e ragioni del cuore. Un piccolo film, senza infamia e con qualche lode, a partire dalla prova plastica e intensa della Ragonese, che con la Cecere guarda alla Puglia anni '50 per dire dell'oggi. Pur con qualche titubanza e incongruenza, un incarico portato a termine.