Mamma sui trampoli, cabarettista in caduta. Alle soglie della menopausa, la vie di Jean non è en rose: cerca il rilancio in carriera e trova solo volgari music hall; sogna l'amore e il marito - folgorato sulla via di Johnny Cash - la lascia; corre al riparo dei figli ma uno è minorato, l'altro trova l'amore di una ragazza. Agrodolce sui temi dell'invecchiamento e dei conflitti parentali, diretto dall'australiana Cherie Nowlan e pensato ad hoc per Brenda Blethyn. Siamo dalle parti della screwball comedy senza il brio di scrittura dei classici. L'operazione regge per un pò grazie alla forza dell'attrice britannica, bisbetica Alice scorsesiana che gioca di scollamento (come ne L'erba di Grace) tra la facciata rassicurante della signora di mezza età e l'animo sulfureo della zitella. Se la protagonista si conferma versatile (splendida in Segreti e bugie di Leigh) e dotata, l'antagonista, la giovane Emma Booth, non è però all'altezza, incline alle lacrime e poco incisiva. Partita truccata dunque, e persa al tavolino della sceneggiatura: un repertorio che tradisce stanchezza ("gli uomini ci interessano per una cosa soltanto. Il loro rasoio"), dialoghi che non pungono come vorrebbero e l'aggravio di una regia aliena ai tempi della battuta. Finale che scivola su corde deprimenti, con la lunga nenia attorno alla paura della solitudine e della morte che non piega la protagonista ma potrebbe mandare K.O. lo spettatore.