Bambini tra i quattro e i sei anni che discutono tra loro e con la maestra, esprimono le proprie opinioni su questioni tanto basiche quanto fondamentali: amore, morte, felicità, libertà, differenza e/o similitudini di genere, razza, condizione. In un asilo (il Jacques Prévert, ed è già poesia) di una periferia urbana francese, il progetto di introdurre nel programma sessioni di filosofia è il serissimo e divertentissimo argomento del documentario Ce n'est qu'un debut (Just a Beginning) di Jean-Pierre Pozzi e Pierre Barougier. Fanciulli e fanciulle in fermento che iniziano a nutrire i propri occhi e le proprie menti, strutturando pensieri e ragionamenti spesso molto diversi da quelli degli adulti, in un aperto confronto dove assenso e dissenso si alternano continuamente. E telecamere discrete e sobriamente utilizzate, che riescono comunque a catturare alcuni momenti assolutamente esilaranti o di pura commozione. Certe frasi, certi sguardi, certe freddure alternativamente fanno sbellicare dalle risa, inteneriscono, spiazzano.
Cura salutare, quando ormai da troppo tempo lo scimmiottamento degli adulti ha reso troppi pargoli delle caricature a volte inquietanti.