Non prendersi troppo sul serio è sempre un segno di lucidità e duttilità per un attore, a patto che tale scelta non diventi a sua volta ostentazione. In questo caso di rischia seriamente di ottenere l’effetto contrario e sembrare affettati, meccanici nella voluta superficialità. E’ quello che purtroppo accade a Kristen Stewart e soprattutto Jesse Eisenberg in American Ultra, secondo film che la coppia ha girato insieme dopo Adventureland di Greg Mottola e prima di Café Society di Woody Allen.

Nel film diretto da Nima Nourizadeh, mancante di una vera struttura coesiva a causa di una sceneggiatura che risulta essere poco più di un canovaccio, situazioni parossistiche e tono leggero non trovano mai la necessaria incisività e finiscono per affossare i due protagonisti in una sequenza fin troppo ripetitiva di momenti ad effetto. Eisenberg finisce per risultare addirittura fastidioso quando adopera tutto il suo repertorio istrionico per colmare la mancanza di interesse che il suo personaggio suscita. Leggermente meglio la Stewart, la quale da sola non riesce comunque a risollevare American Ultra dal fallimento. Godibili alcuni cammeo di attori di contorno, ma davvero nulla di più.