Botte da orbi in sala: arriva The Fighter, con cui il cinema americano prova a rinverdire la tradizione dei film sulla boxe. Tentativo che ha fruttato due Oscar a Christian Bale e Melissa Leo, attori non protagonisti di una vicenda che riesuma dalla storia del pugliato le gesta sportive (e non solo) di Micky Ward, campione mondiale dei pesi Welter interpretato da Mark Wahlberg. Tra scontri sul ring e baruffe in famiglia il film strizza l'occhio a Toro Scatenato di Scorsese e non getta la spugna: scommessa vinta e sequel in programma. Che non dovrebbe mancare nemmeno per Piranha 3D di Alexandre Aja, remake del cult di Joe Dante cui mette gli occhialini ma toglie censura e indumenti: tra pin-up siliconate e adolescenti con la fregola ci si diverte pure, sempre che non siate patiti dell'horror psicologico.
Tra i due (probabili) contendenti dello scettro al botteghino il terzo luccica ed è italiano: Il gioiellino di Andrea Molaioli ricostruisce il più grande crac della storia tricolore - la Parmalat - usando prestanome e i volti dimessi di Remo Girone e Toni Servillo, mente e mano (o viceversa) della Leda, azienda agroalimentare impegnata nel mercato del latte e nella falsificazione dei bilanci. Inseguono in fondo quella che Lucio Pellegrini spiega in un titolo: La vita facile, seconda uscita italiana del weekend, e libera variazione sul tema "lui, lei l'altro", con Vittoria Puccini contesa da Stefano Accorsi e Pierfrancesco Favino. Da una donna per due a Una cella in due, commedia carceraria diretta da Nicola Barnaba, in cui una coppia di detenuti condivide manette, lazzi e altro ancora. Con Maurizio Battista, Enzo Salvi e Massimo Ceccherini.
Dall'America l'adolescenziale Easy Girl di Will Gluck, con Emma Stone nei panni di una studentessa additata come "facile" dai ragazzi della scuola; e Il buongiorno del mattino di Roger Michell, in cui Rachel McAdams è una bella produttrice televisiva stressata da affetti e lavoro. Toccherà ad Harrison Ford correre in soccorso. Infine da mercoledì è tornato nelle sale - fresco di Oscar come miglior film straniero - il danese In un mondo migliore di Susanne Bier.