"Perché fare un film su William Turner? Perché è stato un grande pittore, un rivoluzionario. Ma quello che mi ha sempre colpito è la tensione tra la spinta alla morte e la spiritualità, che imprigionava nelle sue tele". L'inglese Mike Leigh torna in concorso a Cannes quattro anni dopo Another Year, stavolta per raccontare gli ultimi 25 anni di vita di Mr. Turner, tra i più grandi pittori del romanticismo inglese, capace di elevare la pittura paesaggistica e da molti considerato antesignano dell'impressionismo. "I suoi dipinti erano frutto di quello che vedeva, ma non semplicemente attraverso un processo 'fotografico', di fatto ricreava da una visione un frammento emotivo molto marcato", dice ancora il regista, che per riportare in vita il pittore sul grande schermo ha scelto Timothy Spall. "Attraverso i suoi quadri ho cercato di carpire l'essenza del personaggio, tentando di sottolineare la forte contraddizione tra la brutalità dei suoi modi di fare a dir poco eccentrici e la purezza dell'arte che sapeva creare", racconta l'attore. Che in più di un'occasione, durante il corso del film, sottolinea alcuni passaggi con inequivocabili grugniti: "Semplicemente ho immaginato potesse essere il modo in cui Turner tentava di soffocare il fuoco che lo turbava dall'interno, cercando così di controllarlo".
Come fare invece per ricreare i toni, le atmosfere di quanto circondasse - all'epoca - quello che oggi viene ricordato come "il pittore della luce"?: "La scelta è stata quella di tentare di riproporre i toni dei suoi dipinti, le sfumature di luce inconfondibili nei quadri di Turner", dice il direttore della fotografia Dick Pope.