Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per mercoledì 5 agosto.

 

GIOVENTU' BRUCIATA - Rete 4, ore 16:35

Fu uno dei primi film a rivolgersi direttamente al proprio pubblico di riferimento (adolescente o giù di lì) senza stereotipi o luoghi comuni, riuscendo nell’impresa di parlare una lingua comprensibile anche ad uno spettatore più adulto (che non difficilmente può riconoscersi nei preoccupati genitori del protagonista), raccontando una storia di ordinaria violenza adolescenziale in cui un ribelle senza motivo (ma più che altro un ragazzo in preda all’incomunicabilità verso il mondo) viene preso di mira dalla principale manda di malviventi coetanei della città. La storia intreccia rivalsa ed amore, indifferenza e morte senza nemmeno un briciolo di retorica: Nicholas Ray preferisce uno stile secco e con vago sapore melodrammatico, diventando d’improvviso un modello per tutti coloro che si inoltreranno nei territori del romanzo di formazione giovanile. Inutile dire che il film sia sinonimo di James Dean. (Lorenzo Ciofani)

 

FRATELLO, DOVE SEI? - Iris (canale 22), ore 21:00

America, anni '30. Criminale di poco conto condannato tuttavia ai lavori forzati nel Mississippi, Everett Ulysses McGill riesce a fuggire dalla fila dei prigionieri intenti a spaccare pietre. Insieme a lui ci sono Delmar, timido e ingenuo, e Pete, confuso e disadattato. Ancora incatenati, i tre cominciano a fuggire senza una meta precisa. A un certo momento, McGill dice di avere un tesoro sotterrato da qualche parte, e che ci sono quattro giorni di tempo per arrivare in quel luogo prima che l'acqua del lago si alzi e ricopra tutta il territorio. Con questo miraggio, McGill convince gli altri due a seguirlo. Omero e Steinbeck, l'epica e la Grande Depressione, il Grande Romanzo Americano e la commedia umana: non il capolavoro dei fratelli Coen, ma magari fossero tutti così i non-capolavori.

 

MALEDETTO IL GIORNO CHE T'HO INCONTRATO - Cine 34 (canale 34), ore 21:10

Commedia sentimentale come raramente se ne vedono in Italia, è uno dei film migliori di Carlo Verdone. Con più di un risvolto autobiografico: Verdone è davvero un patito di Hendrix e sono note le sue competenze farmaceutiche. La nevrosi è il tema dominante e i riferimenti sono rivolti, inutile a dire, anche a Woody Allen: sviluppando dinamiche di coppia annunciate e suggerite dai precedenti lavori, penetra dentro quest’aspetto specialmente nella prima parte italiana, con l’isterico e brillante rodaggio della coppia, mentre nella seconda parte inglese si dipanano en plein air le “catastrofiche” conseguenze dell’amore. Il merito maggiore risiede nella recitazione dei due protagonisti, con una Margherita Buy clamorosa nel definire il ruolo che le ha condizionato un'intera carriera. (Lorenzo Ciofani)

 

IL DOTTOR STRANAMORE - La 7, ore 23:15

"Nel film di Stanley Kubrick, cui tra l'altro dà il titolo, è uno scienziato tedesco passato al servizio degli americani e unicamente votato al culto della sua terribile scienza: un culto cui egli, alla fine, non esita a sacrificare tutto, anche se stesso. Parodia, metà macabra, metà umoristica, dello stregone medievale che brucia nelle fiamme che egli stesso ha evocato. [...] La satira antimilitarista è ghiotta e se la polemica contro l'atomica e i suoi miti è quasi violenta, l'alleggeriscono delle cifre sempre in abile equilibrio fra l'ironia e l'umorismo, con personaggi che quasi tutti, sia pure spesso anche con modi gelidi, tendono alla caricatura: con sarcasmi non di rado sulfurei. Concorre al successo del film la triplice interpretazione di Peter Sellers che, con la consueta abilità di prestigiatore e di trasformista, riesce ad essere nello stesso tempo un riflessivo e turbato Presidente degli Stati Uniti, un concitato e spaurito ufficiale britannico che non riesce a salvare la situazione solo per un seguito di circostanze banali, e il maniacale dottor Stranamore." (Gian Luigi Rondi, Kurosawa, Bergman e gli altri..., Le Monnier)

 

MARGUERITE - Rai 3, ore 23:45

"Non è difficile scorgere in Marguerite, questa storia ambientata negli anni '20 e ispirata alla vicenda dell’ereditiera Floence Foster Jenkinses a suo modo degna ed esemplare, un’allegoria tutta francese, di grandeur a lungo vantate e smarrite in un solo momento. Facendo proprio quella faccia lì, tra l’ottuso e l’attonito. Smorfia di dolorosa, abissale incredulità. Povera Francia. E’ il graffio che da uno come Xavier Giannoli ci si aspetta. Uno che ama il suo Paese a tal punto da trattarlo male. Come quando affida all’inascoltabile chanteuse l’esecuzione di una Marsigliese mai così terrificante. E che dire delle arie maltrattate dalla nostra? Non risparmia nessuno, da Mozart a Verdi, da Leoncavallo a Puccini. E anche tra i suoi finti cultori c’è poco da salvare: ipocrisia, meschinità, cinismo, prostituzione morale. La sensazione è che questa grande commedia in costume, umana più che musicale, a tratti esilarante, sempre intimamente partecipe, spesso e volentieri cattiva, perfetta nelle battute e nei tempi e negli allestimenti scenici, nasconda altro. Tanto altro. Che sia sempre più intelligente e raffinata di quanto non appaia." (Gianluca Arnone)