"Non è un film sui separati, ma su quello che mi piace definire 'equilibrismo economico': da 20 anni a questa parte ci hanno convinto in tutti i modi che eravamo ricchi, che ci potevamo permettere ogni cosa. E adesso è arrivato il conto". Dopo il passaggio ad Orizzonti alla recente Mostra di Venezia, Ivano De Matteo parla del suo nuovo film pochi giorni prima l'uscita in sala, prevista il 14 settembre (in circa 80 copie, distribuzione Medusa): "Con Gli equilibristi ho voluto raccontare questo, l'effetto domino che la crisi economica può causare anche per quello che riguarda gli affetti familiari".
Giulio (Valerio Mastandrea) e Elena (Barbora Bobulova), sposati, due figli (Rosabell Laurenti Sellers e Lupo De Matteo): da qualche mese "convivono" difficilmente, lei non riesce a perdonargli la scappatella con una collega. La cosa migliore è separarsi: e da quel momento, per Giulio, inizia un'odissea. I 1.200 euro di stipendio come impiegato comunale non bastano più per far fronte alla sua sopravvivenza e al mantenimento della famiglia: lavorare anche di notte non cambierà le cose, un affitto oltre al mutuo già aperto è impensabile e anche la pensioncina vicino alla stazione diventerà un lusso che non si può permettere: finirà a dormire in macchina e a mangiare nei ricoveri per senzatetto.
"Il confine tra benessere e povertà è più sottile di quanto ognuno di noi possa pensare - dice ancora De Matteo, che ha scritto il film insieme alla compagna Valentina Ferlan - e la separazione è solo uno dei tanti punti di partenza che può portare la gente alla rovina. Può accadere anche per la morte di un congiunto, per una malattia, per la perdita del lavoro". Lavoro che però non manca a Giulio: "Questo è un altro dramma dei nostri tempi - continua il regista - dove con un lavoro fisso e uno stipendio non riesci comunque ad arrivare a fine mese. Il mare della crisi, è vero, cresce per tutti, ma chi ha più soldi ha più tempo a disposizione per respirare: noi siamo più bassi, affoghiamo prima".
E sul recente dibattito post Venezia sull'eventuale provincialismo del cinema italiano, De Matteo - che annuncia l'uscita francese del film prevista il prossimo 16 febbraio - non ha dubbi: "Certe volte siamo noi per primi a distruggere il nostro cinema. Le nostre storie non sono provinciali, l'ipocrisia, la povertà, i conflitti familiari sono problematiche universali".