Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per giovedì 9 luglio.

 

LA CONTESSA BIANCA - Iris (canale 22), ore 13:00

"Un amore muto. Lontano dai cliché e privo di retorica, ma vibrante e ricco di impercettibili sfumature. Le stesse che accompagnano tutto il film, nel suo raffinato tratteggio di personaggi e ambientazioni. Firma e stile sono del miglior James Ivory, qui alle prese con la Shanghai del '36. Il Kuomintang di Chang-Khai Shek controlla gran parte del paese, ma la guerra civile imperversa e il nord è già in mano ai giapponesi. Quella che vediamo è tuttavia una città cosmopolita, sfavillante, distante anni luce da tutto ciò. Un turbinoso crocevia di politici, faccendieri, rifugiati di ogni nazionalità e provenienza. La macchina da presa spazia senza compiacimento da interni spogli a esterni minuziosamente ricostruiti, da salotti aristocratici a bordelli fumosi. [...] La vera trama del film: la progressiva rivelazione (e liberazione) di due esseri umani prigionieri di se stessi e delle circostanze. Il tutto, lungo una esilissima traccia di indizi, che non lascia spazio a sbavature." (Diego Giuliani)

 

SPANGLISH - Paramount Network (canale 27), ore 21:10

"Commedia agrodolce scritta e diretta da James L.Brooks (Voglia di tenerezzaQualcosa è cambiato), Spanglish - termine con cui viene indicata la commistione linguistica di spagnolo e inglese, dialetto parlato da circa 40 milioni di ispanici che vivono negli States - si sviluppa prendendo le mosse dal ricordo di Cristina, figlia della protagonista, ora in procinto di iscriversi all'università. Forte di un'interpretazione corale più che discreta - Paz Vega è tanto bella quanto genuina, Adam Sandler teneramente imbolsito e Téa Leoni un vulcano inarrestabile - il film dimostra ancora una volta quanto la maestria dello sceneggiatore James L.Brooks prevalga sull'anonimità del regista James L. Brooks: ricercatezza e tratteggio cristallino nella fisionomia dei personaggi (a tal proposito, un'eccellente Cloris Leachman presta il volto ad Evelyn, mamma giovialmente alcolizzata di Deborah) hanno la meglio su una direzione d'insieme decolorata e priva di qualsivoglia slancio." (Valerio Sammarco)

 

PER CHI SUONA LA CAMPANA - Tv2000 (canale 28), ore 21:10

"Gli americani sono troppo accorti nelle loro produzioni e troppo interessati a non crearsi intoppi sugli scabrosi ma fruttiferi circuiti europei. E' nato così un film spettacolare, mirabilmente realizzato con dovizia di mezzi, interessante nella trama e mirabilmente interpretato da un gruppo selezionato dei migliori attori e caratteristi di Hollywood. Il regista e Sani Wood, che ha impiegato un anno per portare a termine la lavorazione della pellicola girala quasi completamente nelle montagne della Sierra Nevada nel 1942. Il technicolor è stato usato intelligentemente e le sfumature dosate con sufficiente realismo, evitano quegli impasti multicolori che sono la caratteristica di certe pellicole americane; il singolarissimo merito deve essere attribuito a Natalie Kalmus artista aperta e di buon gusto. Gary Cooper nel personaggio di Jordan si ritrova a perfezione, presentando una simpatica figura di missionario della libertà." (Rivista del Cinematografo, marzo 1946)

 

X-MEN - LE ORIGINI: WOLVERINE - Italia 2 (canale 66), ore 21:20

"Tradimento, amori perduti e menzogna: questo il substrato di quello che a tutti gli effetti può essere considerato il prequel della trilogia sugli X-Men, diretto da un insolito Gavin Hood (premio Oscar per Il suo nome è Tsotsi), come da titolo incentrato sulla figura dell'artigliato mutante - con il quale ormai Jackman è in simbiosi pressoché totale - ma tutto sommato utile (anche se filologicamente non ineccepibile) riduzione cinematografica per capire come tutto abbia avuto inizio, con i mutanti catturati e reclusi per essere trasformati nella micidiale Arma X." (Valerio Sammarco)

 

QUIEN SABE? - La 7, ore 0:05

"Nel magma ardente e ribollente della grande rivoluzione messicana si può dire che ogni uomo assumeva la statura di protagonista di una storia di sangue e di morte nel vorticoso vento di rivolta che incendiava quella terra bruciata da passioni estreme cui basta una scintilla per incendiare uomini e cose. Il colore delle rivoluzioni è ovunque fiammeggiante di vermiglio, ma nel Messico il clima è stregato e tutto - amore, religione, guerra - deflagra nel parossismo, nel fanatismo, nel selvaggio con l'impeto travolgente e la cupa voluttà della violenza tipica di questo popolo, segnato da caratteri unici e inconfondibili. [...] tra eroismo e tradimento, tra vampate ideologiche e sbandate verso il compromesso, tra faziosità e richiami irresistibili al banditismo, oppure, e più ragionevolmente, tratteggiare il quadro affinché gli aficionados del genere pittorescamente sanguigno possano rintracciarvi quanto basta per essere inequivocabilmente indirizzati alla visione preferita." (Rivista del Cinematografo, febbraio 1967)