Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per domenica 14 giugno.

 

LA DOLCE VITA – Rai Movie (canale 24), ore 13:00

“L’uscita de La dolce vita romperà in maniera drammatica il fronte cattolico. La vicenda è ben nota: da una parte c’è la posizione a favore dei gesuiti del Centro Culturale San Fedele di Milano, con in testa Padre Arpa e Padre Nazareno Taddei, che in un celebre intervento nella rivista Letture definirà La dolce vita “un film sostanzialmente cristiano”; dall’altra c’è la posizione ufficiale del Vaticano che dalle colonne dell’Osservatore Romano lancia una serie di filippiche agli indirizzi del film, sotto forma di corsivi non firmati. Posizione a cui si allineeranno via via altri organi della critica cattolica, come il CCC e L’azione Cattolica (dalle pagine de Il Quotidiano). La Rivista del Cinematografo decide di non schierarsi, non recensendo il film.” (Gianluca Arnone, Posizione Rivista in Una settimana con Fellini)

 

UNA STORIA VERA – Iris (canale 22), ore 21:00

Nell’estate del 1994 a Laurens, piccolo centro agricolo dell’Iowa, Alvin Straight, 73 anni, vive con la figlia Rose, leggermente ritardata. Anche Alvin non sta tanto bene, il medico gli consiglia esami e medicine che lui però rifiuta. In una quotidianità un po’ statica, arriva la notizia che Lyle, fratello di Alvin, ha avuto un infarto. Alvin e Lyle non si vedono da dieci anni per vecchi rancori reciproci. Ma ora Alvin sente il bisogno di rivedere il fratello per riconciliarsi con lui. Deciso ad andare a casa di lui, e non avendo la patente, sceglie un vecchio tosaerbe. Alla velocità di 5 miglia all’ora, si dirige verso Zion, nel Wisconsin, a 317 miglia di distanza. Uno dei film più anomali e commoventi di David Lynch. Candidatura all’Oscar per Richard Farnsworth.

 

ROMANZO CRIMINALE - Rete 4, ore 21:25

"Alle spalle lo straordinario Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo, riesce nell'impresa quasi impossibile di portare sullo schermo più di 600 pagine (e quasi vent'anni) di Banda della Magliana. Mafia, servizi deviati, terrorismo, eversione: dell'intreccio fra istituzioni e criminalità, che costituisce il fulcro del Romanzo letterario, sopravvive però sullo schermo uno schizzo appena accennato. Di fronte a complessità di mole e materia, Placido adotta la soluzione cinematograficamente più semplice. Stringe il campo, zoomma sui bravissimi protagonisti e lascia l'affresco sociopolitico in secondo piano. Scelta legittima e comprensibile, che rischia però di lasciare disorientato chi non conosca la storia (e la Storia). Il rapimento Moro, la strage di Bologna, l'attentato al Papa: non bastano le sgranate immagini di repertorio a sottolineare il filo doppio che legava Banda della Magliana e istituzioni, piccola criminalità e poteri occulti." (Diego Giuliani)

 

TODO MODO - La 7, ore 21:30

“Spettacolo sarcastico, pamphlet di fantapolitica, film surrealista ben connotato rispetto a una realtà chiaramente identificabile, quadro espressionista abilmente coadiuvato dalle inquietanti scenografie di Dante Ferretti, satira grottesca che trova espressione nell’interpretazione di Gian Maria Volonté: Todo modo e un film-summa in cui un cineasta esprime il proprio odio e il proprio disgusto nei confronti di una classe dirigente che ha portato l’Italia sull’orlo del baratro e della quale immagina in modo premonitore l’imminente scomparsa, un film metaforico che mette in scena l’autodistruzione della Democrazia Cristiana in una sorta di cerimonia estrema in cui i colpevoli si riuniscono per celebrare il proprio potere e il proprio annientamento”. (Jean Gili)

 

SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA – Italia 1, ore 4:15

Alla vigilia delle elezioni, la sede de Il Giornale (non è quello fondato da Indro Montanelli nel 1974) ha subito un’aggressione da parte di gruppuscoli di sinistra. La quindicenne Maria Grazia, figlia del noto professor Italo Martini, viene trovata violentata e strozzata in un prato nella periferia di Milano. Il redattore-capo Bizanti, sentito il parere dell’ingegner Montelli, finanziatore de Il Giornale, incarica di seguire il caso Roveda, un giornalista principiante, affiancandolo allo smaliziato e senza scrupoli Lauri. Dal canto suo Bizanti avvia indagini private. Manipolando le notizie ottenute, Bizanti e Lauri presentano, per mezzo di Roveda, un colpevole alla polizia, alla magistratura e all’opinione pubblica. Marco Bellocchio è subentrato a Sergio Donati dietro la macchina da presa. Gian Maria Volonté domina la scena.