A Cannes oggi è Natale. E per l'occasione una famiglia al completo si è riunita sulla Croisette: il cast di Un conte de Noël di Arnaud Desplechin, il primo dei tre francesi in concorso. Lavoro corale capitanato da una diva indiscussa, madame Catherine Deneuve, accompagnata, oltre che dalla figlia Chiara Mastroianni, da altri connazionali, star in patria:  Mathieu Amalric, Jean-Paul Roussillon, Emmanuelle Devos. Come membri di una vera famiglia, rispondono contemporaneamente ad alcune domande: "Questo film è stato una vera e propria avventura. Un lavoro fisico di fatica estenuante. Ma grazie alla sensibilità e professionalità di Arnaud, abbiamo preservato sempre la concentrazione, il set è diventato persino piacevole. Ci siamo sentiti davvero rispettati e valorizzati".  La fatica è indubbia: il film dura 2 ore e mezza e "solo il montaggio è durato un anno", confessa Desplechin, al festival di Cannes per la quarta volta. In linea con la tradizione della commedia-drammatica famigliare, Un conte de Noël si basa su lunghi e fitti dialoghi: "Il continuo confronto verbale, accompagnato da una buona dose di fisicità, è stato l'aspetto più duro del film per quanto mi riguarda - dice la Deneuve. Arnaud si muoveva sempre con noi però, aiutandoci e dandoci quell'energia necessaria alla rappresentazione di questa famiglia vivace...". Famiglia che per la divina Catherine è anche concreta: "Lavorare con mia figlia Chiara non è stato di certo un problema: abbiamo un ottimo rapporto umano e professionale. E penso che per il film sia stato meglio lei recitasse il ruolo di mia nuora piuttosto che mia figlia: non saremmo state "credibili"!". Sorridono madre e figlia, mentre la Deneuve si esprime anche sulla presenza del cinema francese a Cannes: "Tre film in concorso sono la giusta misura: perché dovrebbero aumentare? Bisogna dare spazio a tutti".

Oltre al Natale, il pretesto per riunire la famiglia Vuillard è la scoperta di un cancro al sangue di mamma Junon, interpetata appunto dalla Deneuve. "La madre deve affrontare il timore della morte e contraddice momenti di grande gioia famigliare a momenti di straniamento - spiega Desplechin, sottolineando anche quanto il suo lavoro sui rapporti umani rappresentati nel cinema si rifaccia a "certi drammi famigliari presenti nel cinema americano degli anni Quaranta e Cinquanta, ma anche a Shakespeare e al grandioso cinema di Sokurov", davanti al cui nome, il regista si inchina. "Il cinema per me è un modo per appropriarmi di pezzi di vita e per migliorarne la percezione. Quando vado al cinema voglio vedere storie che mi rendano felice. E non intendo necessariamente divertenti". Tra i rapporti, spicca quello tra il personaggio di Junon e del figlio Henri, interpretato da Mathieu Amalric, attore apprezzato ne Lo scafandro e la farfalla di Schnabel e cattivo nel prossimo James Bond: "Tra i nostri personaggi il rapporto è complesso. Ad un certo punto ci dichiariamo un non-amore reciproco, ma poi dipendiamo l'uno dall'altra per ogni cosa, anche per accenderci una sigaretta".