“Incredibile che Carlo non sia seduto qui vicino a me, ma lui c'è, ne sono convinto”. Parola di Enrico Vanzina, che da sceneggiatore di Natale a 5 stelle, ricorda chi avrebbe dovuto esserne il regista, ovvero lo scomparso fratello Carlo.

Liberamente tratta dalla commedia Out of Order di Ray Cooney, la commedia sarà disponibile dal 7 dicembre esclusivamente sulla piattaforma Netflix, per la regia di Marco Risi. Nel cast Massimo Ghini, Ricky Memphis, Martian Stella, Paola Minaccioni, Massimo Ciavarro, Andrea Osvart, Riccardo Rossi, Biagio Izzo e Ralph Palka, una delegazione politica italiana, con alla testa il nostro premier (Ghini), va in visita ufficiale in Ungheria: oltre agli incontri ufficiali, il presidente del Consiglio gialloverde vorrebbe trascorrere del tempo con una giovane e avvenente onorevole dell’opposizione (Stella), ma i due promessi amanti si ritrovano un misterioso cadavere nella suite…

Dice Vanzina di aver “cercato di contestualizzare una commedia sospesa in qualcosa di più italiano, mettendoci la verosimiglianza politica. A Lucky Red il progetto è piaciuto molto, ha deciso di farlo, poi è piaciuto a Netflix, che ha però chiesto di farne un film di Natale: io indeciso, da Olè del 2006 io e Carlo non facevamo più film di Natale, ma mi ha convinto l’idea di fare un grande balzo sulla piattaforma streaming. C'è nel film il contesto storico del momento, regolarmente dimenticato dal nostro cinema, ovvero l’arrivo di una politica nuova: nel 2050 questa farsa leggera sarà apprezzata. Non si fa più commedia politica, il nostro sguardo è critico ma affettuoso, non moralistico”.

Risi ricorda che “con Carlo ho vissuto metà della mia vita, sono diventato regista facendogli da aiuto su Ecceziunale veramente”, Ghini precisa che “siamo una commedia che esce a Natale, ma non etichettiamo tutto alla stessa maniera, Natale a 5 stelle non è un cinepanettone”, Vanzina rivela come “Netflix è entrata a film già scritto, si è associata, non ci ha chiesto cambiare nulla, ha solo preteso la confezione del film: girato ad agosto, doveva essere Natale”.

Venendo agli altri interpreti, la Stella descrive una “donna in conflitto tra ambizioni ed emozioni. debolezze, ossessioni e fragilità dei politici, il mio personaggio è perfetto per ironizzarvi. Certo passo gran parte del film in biancheria intima, e mi son fatta un sacco di domande, ma sono al servizio di una commedia”, mentre la Minaccioni, nel ruolo della First Lady, “una donnetta con potenzialità da superstar” rispedisce al mittente le accuse di sessismo: “In realtà, già parlare di ruoli al femminile è ghettizzazione”. Sicché, sintetizza Vanzina, “non è un film contro le donne, ma film comico con questi ruoli”.

Ancora, Memphis, che interpreta il segretario tuttofare del premier, “un camaleonte come tanti dappertutto”; la Osvart, che realizza “il sogno di portare l’Ungheria nel cinema italiano, e viceversa”; Ciavarro, nei panni di “un leghista di Civitavecchia, che fa un uso smodato delle ruspe, vorrebbe asfaltare tutti, però è impotente”, che elogia “una satira che prende in giro con leggerezza e senza moralismi tutti i partiti”.

Per Risi, che “un film natalizio non avevo mai pensato di poterlo fare, le sale ora sono tutte vuote, poter immaginare 200 milioni persone che vedono il tuo film è gratificante: la fruizione sta cambiando, se ne rendano conto gli esercenti”, viceversa, Vanzina stigmatizza come Natale a 5 stelle “nessun produttore lo voleva fare, prima perché è una commedia di pura farsa, poi per il cosiddetto rispetto per la politica”. E conclude, su un possibile futuro passaggio dietro la macchina da presa: “Fare il regista è fare compromessi, io ho sempre lasciato fare a mio padre (Steno, NdR) e mio fratello, che avevano più palle di me. Ora ci devo pensare, forse lo devo a Carlo”.