Si è appena conclusa la XVII edizione del Festival Internacional del Cine de Guanajuato, che ha visto anche quest'anno accalcarsi il pubblico nei luoghi incantevoli delle città di San Miguel de Allende e della capitale dello stato omonimo. Non ci sarà da aspettare molto prima che il cinema ritorni a farsi vivo nella città di Guanajuato: sarà ad ottobre il Festival Internacional Cervantino ad accogliere, oltre a teatro, danza, musica, la settima arte con una selezione di pellicole internazionali e l'omaggio a María Félix, attrice conosciuta anche come "La Doña", icona con Pedro Armendariz e Dolores del Río dell'età d'oro del cinema méxicano. Mentre a febbraio arriverà Aurora, Festival Internacional de Cine de Horror.Intanto, dal 25 luglio al 3 agosto, il GIFF (Guanajuato International Film Festival) - da non confondersi per assonanza con il nostrano Giffoni Film Festival - è stato protagonista di una serie di eventi di indubbia importanza, uniti dal tema "Un mundo de alambradas". Fondato nel 1988 a San Miguel da Sarah Hoch, l'attuale direttrice, e da Ernesto Herrera, presidente de la Fundación Expresión en Corto A.C, nasceva per dare voce alla produzione cinematografica méxicana, che allora si trovava in una sostanziale crisi produttiva. Noto inizialmente come Expresión en Corto, dando spazio al cortometraggio, forma più praticabile in tempi di magra, ora vede ben 111 paesi in competizione nelle categorie Documental, Corto Ficción, Corto Experimental, Corto Animación e Largometraje Ópera Prima.Piatti forti sono stati gli omaggi, con relative conferenze magistrali, a personalità di spicco. Primo tra tutti Roger Corman, il leggendario maestro statunitense del terrore e della sci-fiction ante-litteram. Due dei suoi film più conosciuti, Il pozzo e il pendolo e L'uomo dagli occhi a raggi X, hanno conquistato il "Cine Entre Muertos", ormai abituale appuntamento di mezzanotte tra tombe e cripte. "Il futuro del cinema indipendente è su internet" ha affermato Corman nel lungo incontro, dov'è salito in cattedra. Al Maestro c'è stato anche un altro tributo ideale, la proiezione in anteprima della "película de terror" Más negro de la noche, regia Henry Bedwell, primo progetto 3D in territorio méxicano.Le altre voci sono state quelle: dell'olandese Anton Corbijn, fotografo, regista di videoclip, documentari musicali e da tempo anche di lungometraggi (suoi Personal Jesus dei Depeche Mode, Control, The American, A Most Wanted Man, tra le ultime pellicole del compianto Philip Seymour Hoffman, e Life, tra i prossimamente del 2015); e di Michel Gondry, qui presente in conferenza live.Da non dimenticare inoltre anche quelle delle "Mujeres en el Cine y la Televisión", dove tra le donne protagoniste ha fatto da regina l'attrice Angélica María, soprannominata la "Novia de México", "Fidanzata del México".L'evento, totalmente no profit, che ha tra i suoi sostenitori CONACULTA (il Consejo Nacional para la Cultura y las Artes méxicano), vuole essere piattaforma di riferimento per il cinema indipendente. In questo spirito, ha creato fin dal 2008 una partnership di lusso con il Festival di Cannes, con il progetto MexiCannes: per aiutare giovani talenti ogni anno incontri con case produttrici internazionali, e una serie di talleres e di conferenze con importanti cineasti. Finora: Spike Lee, Deepa Mehta, Spike Jonze, Shyam Benegal, Peter Greenaway, Park Chan-Wook e Alejandro González Iñárritu. In questa ottica è nata nel 2013 anche una collaborazione con il TorinoFilmLab: Cinéfondation - La Résidence Script Consultancy by TorinoFilmLab, per scovare e alimentare nuovi progetti.Ci sarà da aspettare novembre per vedere in sala Todos están muertos, film méxicano-spagnolo diretto da Beatríz Sanchís, vincitore del premio come "Mejor Ópera Prima", girato in México, temi portanti l'amore, la morte e la musica; e l'anno prossimo per scoprire quali saranno i protagonisti. Intanto è annunciato come paese ospite, dopo la Polonia, con cui il México ha stabilito una collaborazione anche produttiva, la Turchia.Il GIFF ci lascia così con molte immagini da conservare. Tra tutte, la bellezza da Patrimonio dell'Umanità di San Miguel de Allende e di Guanajuato. E quelle ormai memorabili de Il giro del mondo in 80 giorni, in un omaggio all'icona nazionale, quel Cantinflas, hijo de San Miguel, attore comico e da commedia, che accompagnava David Niven in viaggio per il mondo. Per così oltrepassare i confini di quel "mundo de alambradas", diviso da filo spinato, come quest'anno il festival ha cercato di fare con l'arte.