Calano gli spettatori in Europa. In base ai dati diffusi dall'Osservatorio europeo dell'audiovisivo, nel 2003 il numero delle presenze nelle sale dell'UE è sceso del 4,6%, pari a 43 milioni di biglietti staccati in meno. Una diminuzione che ha colpito soprattutto le cinematografie europee, con 31 milioni di spettatori in meno (circa i due terzi del dato complessivo), a dispetto dei film Usa che hanno perso 14 milioni di spettatori. Calano di conseguenza anche gli incassi, scesi in un anno da 93 a 57 milioni di euro, e la quota di mercato dei film prodotti nell'UE, passata dal dal 28% del 2002 al 25,7% del 2003. Per i ricercatori dell'Osservatorio la responsabilità va attribuita alla mancanza di kolossal europei in grado di attrarre il pubblico in sala e di favorire la circolazione dei film targati UE al di fuori del proprio paese di produzione (circolazione che attualmente appare - secondo l'Osservatorio - piuttosto debole). Prova ne è il fatto che lo scorso anno soltanto sei film hanno realizzato più del 20% degli incassi fuori dal paese di produzione: tra di essi Johnny English, Love Actually, Good Bye, Lenin! e Il pianista, mentre la quota di mercato dei film europei negli Usa è scesa dal 4,5% al 3,3% con un calo sugli incassi del 28% rispetto al 2002. Si distingue il cinema di casa nostra. Nel 2003 il numero di film prodotti con capitali interamente italiani è aumentato lievemente (98 contro i 96 del 2002) e gli investimenti complessivi in opere cinematografiche è cresciuto da 277 a 301 milioni di euro (+8,7%), con un incremento dei finanziamenti pubblici dal 34,8% al 36% del totale. Aumenta anche l'entità del budget mediamente stanziato per un film italiano: 2 milioni e mezzo di euro (+21%). L'Italia è, inoltre, uno dei paesi europei che nel 2003 ha registrato il minor calo di spettatori (-1,9%, pari a 2 milioni e 200 mila ingressi) e con la Francia (105 film prodotti nel 2003) ha realizzato un quarto di tutte le produzioni dei 25 Stati membri dell'UE (752).