Astrazione e concretezza. Realismo e metafora. Si gioca su questi concetti la presentazione di Between Two Worlds del giovane cingalese Vimukthi Jayasundara. Classe 1977, il regista approda in concorso con il suo secondo lungometraggio, dopo un brillante esordio - La terra abbandonata - presentato a Un certain regard di Cannes vincendo la Camera d'Or come miglior opera prima. "Questo film è totalmente altro dal primo: la funzione poetica è centrale come quella biografica. Sono nato nel sud di Sri Lanka e dai ricordi infantili ho tratto l'ispirazione per la rappresentazione del rapporto città-natura, appunto tra due mondi". Il viaggio del giovane Rajith diventa dunque spirituale e altamente metaforico ed è per questo che "parte da una rivoluzione contro i media, una specie di road movie dalla città alla wilderness, che però - spiega il regista - risulta molto diversa dal mito platonico della caverna. Questo perché ormai i media sono arrivati un pò ovunque. Io ho voluto allontanarmi dallo schermo televisivo per staccarmi dalla realtà "finzionalizzata" e attaccarmi a quanto rimane di quella vera". Mentre al giovanissimo protagonista Thusitha Laknath non è stato dato il visto per lasciare lo Sri Lanka - "Il motivo è che le autorità locali temevano che non sarebbe più rimpatriato, poi si sono pentite", aggiunge Jayasundara - in conferenza stampa è potuta intervenire l'attrice cinese Huang Lu, che scherzando ha ricordato come il suo incontro con il regista cingalese sia avvenuto a una festa: "Quando mi ha detto che mi avrebbe voluto per un film non ci credevo. Invece poi è stato serio e mi ha richiamato. Ora che ho fatto il film sono onorata e felice di questa esperienza, benché all'inizio fosse ostacolata dalla mia famiglia timorosa della mia incolumità in Sri Lanka. In Cina - continua Lu - il modo di lavorare è molto diverso perché è frenetico, quasi ossessivo. Su questo set invece mi sono trovata profondamente rilassata e a mio agio".